SOLOLO: una terra dimenticata da Dio. Ma se la vivi ti accorgi che Dio c’è…….
di Francesca Sozzi
Quest’estate ho avuto la fortuna di conoscere il popolo dei Borana, una tribù che vive nel nord del Kenia, zona desertica, la cui conformazione rocciosa a perdita d’occhio la fa sembrare una terra dimenticata da Dio.
Sono stata a Sololo come volontaria per collaborare al progetto del dott. Pino Bollini, medico che ha dedicato molti anni della sua vita a svolgere la sua professione in Kenia. Lavorare nell’ospedale di Sololo lo ha avvicinato molto a questa realtà facendogli pensare che ci fosse qualcosa da fare per questo popolo. E’ così che ha dato vita all’Obbitu Children, centro che accoglie bambini che restano orfani.
Nell’usanza keniota quando un bambino resta orfano, viene accolto dalla famiglia di appartenenza (zii, nonni ecc.); dal momento in cui la famiglia non riesce più a sostenere i bambini, entra in gioco il centro.
Centro che è stato costruito secondo l’usanza dei Borana: cucina circolare staccata dalla zona notte perché la vita è fuori, di giorno di sta fuori e si vive in comunità con gli altri.
I bambini qui sono seguiti da una figura maschile (il padre del villaggio) e una figura femminile (madre del villaggio). Qui crescono, giocano, studiano, mangiano e vivono la loro vita come una vera famiglia.
C’è da sottolineare che i bambini non sono stati abbandonati al centro, tanti fra di loro che hanno ancora i parenti, mantengono i contatti grazie alle periodiche visite dei loro famigliari.
Il nostro compito era quello di preparare le schede con i dati anagrafici dei primi bambini entrati nel centro, per poter in seguito avviare le procedure di sostenimento a distanza.
Abbiamo svolto lo stesso lavoro compilando le schede di altri bambini che vivono ancora nelle loro famiglie al villaggio che hanno necessità di un sostegno economico.
Tutte le schede compilate sono state consegnate alla Mehala, onlus che in, accordo con la Mondeco (onlus che sta seguendo il Progetto Sololo), seguirà le adozioni a distanza.
La cosa più bella del nostro stare tra la gente era vedere il sorriso sui volti di queste persone, adulti e bambini che nella loro povertà hanno sempre un sorriso da regalare.
Abbiamo visto molto e abbiamo conosciuto tantissime persone. Tra queste abbiamo avuto la fortuna di conoscere il “Women Group”, gruppo di donne che lotta per i diritti della donna e contro la mutilazione genitale femminile, che anche se illegale in Kenia è ancora praticata.
Queste donne portano avanti una “lotta pacifica” sensibilizzando le donne più giovani a denunciare questi soprusi. La loro presenza passa attraverso le parole, la drammatizzazione e il dialogo, spiegando alle donne più giovani l’ingiustizia e l’inadeguatezza di questa brutalità.
Benché minimamente rispettata, la figura della donna in Africa è di vitale importanza, perché intorno a lei ruota tutta la vita del villaggio; le donne hanno il compito di lavorare, costruire le maniatte (capanne dove vivono), andare ai pozzi per recuperare l’acqua.
Negli ultimi anni ho fatto diverse esperienze di volontariato all’estero ma l’Africa ha qualcosa di speciale: stare nei luoghi sperduti dove ti sembra non ci sia nulla, solo terra arida e capanne ti fa riscoprire il gusto della vita, ti fa apprezzare le cose più banali, come bere un bicchiere d’acqua, la normalità per noi ma non per loro.
Uno dei grossi problemi con cui si devono scontrare è l’acqua, ed è proprio quando sei in carenza di acqua (come abbiamo provato in minima parte) ti accorgi della sua importanza vitale.
Stare li, seduta fuori dalla casa che ci ospitava e vedere l’immenso paesaggio incontaminato che mi circondava mi dava un senso di pace, stare in mezzo alla gente che non ha niente e vive di niente ti fa riscoprire quanto sia bello un sorriso. Vedere il sorriso in questi volto fa vivere l’esperienza della presenza di Dio.
Spiegare cosa sia l’Africa e la gente che la abita è veramente difficile perché è un mondo che si conosce solo vivendolo!
In queste poche righe spero di aver trasmesso un po’ del mio entusiasmo.
Per un approfondimento sui progetti in corso, invito a visitare il sito www.sololo.it
Francesca Sozzi