-6-Water projects |
La scarsità e l'erraticità delle precipitazioni, l'assenza di fiumi perenni e l'irrilevanza delle poche sorgenti si sommano alla povertà delle risorse idriche di falda, dando luogo ad una situazione di cronica carenza idrica, che talvolta culmina in devastanti siccità. La disponibilità della risorsa acqua sia per il consumo umano, che per il bestiame, rappresenta pertanto il principale fattore di criticità di questo popolo di pastori semi-nomadi, in prevalenza di etnia Borana. Inoltre, l'attuale chiusura della frontiera con l'Etiopia impedisce loro la possibilità di sfuggire alla siccità della pianura rifugiandosi con le mandrie sull'altopiano etiopico, più ricco d'acqua, dove vive la maggioranza dell'etnia. L'ultima grande crisi idrica si è avuta nel periodo 1991-92, ma le precipitazioni si sono mantenute al di sotto della media anche negli anni successivi, fino alle alluvioni provocate da El Niño nel 1998. Negli anni seguenti le piogge sono di nuovo mancate e si è ripresentata una difficilissima situazione d'emergenza idrica ridottasi solo nel 2003. Purtroppo, d’allora le successive precipitazioni non sono state abbondanti e non si sono presentate in modo uniforme sull’intero territorio. La mancanza delle piogge durante l’ultima stagione prevista, apre il fondato timore di una imminente catastrofe. Il periodo di siccità si verrebbe a sovrapporre agli altri precedenti senza avere concesso la tregua necessaria almeno per il reintegro numerico delle mandrie, che risultavano decimate intorno al 90-95 % nell’anno 2003. Il sistema di gestione
delle risorse idriche è attuato dagli enti governativi attraverso
il MoWRD, rappresentato nel territorio dal suo DWO a Moyale. Esso è
il principale meccanismo di realizzazione degli interventi idrici, inclusi
quelli d'emergenza nei casi di gravi siccità. A livello di Distretto
di Moyale, il Gruppo Distrettuale d'Indirizzo (District Steering Group,
DSG) è responsabile del coordinamento delle politiche di sviluppo
del settore idrico tramite il suo Comitato di Settore (Water Sector
Committee). Sembra tuttavia che questo comitato, non convocato da tempo,
abbia cessato di funzionare. Il segretario del DSG è il coordinatore
di ALRMP (Arid Lands Resources Management Project), un progetto della
Banca Mondiale in attesa di rifinanziamento. Le necessità idriche sono evidenziate correttamente nel piano, ma gli interventi proposti devono confrontarsi con l'inadeguatezza delle risorse tecniche e finanziarie disponibili. Il piano prevede la copertura dei costi condivisa tra governo e ONG straniere, alle quali è spesso affidato anche il compito di realizzare i progetti stessi. Le azioni proposte dal Progetto Consortile Idro-Sanitario presentato dal CCM al MAE, attualmente in attesa di approvazione, sono identificate dal Piano di Sviluppo del Ministero della Pianificazione del Kenya, come prioritarie. Per quanto riguarda la gestione delle singole risorse idriche, quelle tradizionali (pozzi superficiali e invasi) sono amministrate con i metodi tradizionali propri dell'etnia borana. Fanno eccezione i pozzi profondi, che presentano un sistema differente dovuto al fatto che la loro acqua viene ceduta a pagamento. L'accesso ai pozzi superficiali è solitamente riservato alla famiglia proprietaria e a quelle dei loro parenti e amici. L'acqua è gratuita, in cambio si richiede la partecipazione ai lavori di manutenzione. Non si riscontano normalmente problemi di gestione. Anche l'acqua degli invasi, utilizzata sia per il consumo umano, che per abbeverare il bestiame, non viene fatta pagare, con l'unica eccezione del Buqele rock catchment di Sololo. Gli invasi sono di proprietà della comunità che li ha realizzati e che provvede alla loro manutenzione. L'accesso è consentito a tutta la comunità e ai non residenti che ne facciano richiesta, previo accordo con i responsabili (abaherega in lingua locale).
Il MC è in genere composto da una decina di persone che si suddividono i compiti di presidente, tesoriere e segretario, nonché quelli di operatori del pozzo per la distribuzione dell'acqua e la raccolta degli incassi. I MC sono controllati dal MoWRD, che in caso di cattiva gestione interviene sciogliendoli e indicendo nuove elezioni. L'acqua viene ceduta a pagamento per coprire le spese di gestione (personale addetto alla pompa, gasolio se c'è il generatore) e di manutenzione (ricambi, riparazioni). Le tariffe sono differenziate tra residenti e non residenti, che di solito pagano il doppio. L'acqua per il consumo umano è venduta in taniche da 20 l al costo medio di 1 KSh (0,012 €) per tanica. L'acqua per abbeverare gli animali si paga in ragione della loro taglia: 0,5-1 KSh le capre, 2-3 i bovini, 3-5 i cammelli. Non viene chiesto denaro per abbeverare gli animali giovani. Questi prezzi sono stati fissati in modo arbitrario, vale a dire senza basarsi sull'analisi degli effettivi costi di gestione. Durante i periodi di siccità lo sfruttamento di queste fonti idriche aumenta notevolmente, sottoponendo la gestione a un grosso sforzo per il maggiore carico di lavoro, in particolare la raccolta dei pagamenti e la manutenzione.
Dal momento che queste azioni sono state intraprese in un contesto d'emergenza idrica, il loro intervento è risultato spesso insufficiente financo a fornire le conoscenze adeguate per assicurare una efficiente gestione di queste risorse preziose al termine dell'emergenza. Il CCM ha partecipato alle iniziative per alleviare queste crisi con diversi interventi. In particolare, ha attivato una serie di forniture d'emergenza con acqua prelevata dal pozzo di Walda mediante autobotti, la costruzione di vasche di stoccaggio, la perforazione di alcuni nuovi pozzi, la riparazione di altri fuori uso e la fornitura dei primi sistemi di raccolta di acqua meteorica. Questi sforzi hanno avuto un impatto positivo presso la popolazione, rafforzando l'apprezzamento del CCM e consolidando il clima di fiducia, che ha agevolato la successiva fase di elaborazione della proposta, del Progetto Consortile Idro-Sanitario presentato dal CCM al MAE, e discusso a fondo con i rappresentanti locali in diversi incontri.
In sintesi, nel
settore idrico i problemi riguardano principalmente: -1-Insufficiente quantità di acqua a disposizione - Le risorse idriche disponibili nei periodi di siccità sono unicamente i pozzi di profondità. La maggioranza dei pozzi presenta una portata minore di quella originaria. La portata complessiva persa negli anni è leggermente inferiore alla portata attuale. Da studi precedenti (AAH, 2000 e 2001) e dai sopralluoghi effettuati da CCM e CE.SVI.TE.M., questa diminuzione non risulta imputabile all'esaurimento delle falde, ma piuttosto alla cattiva gestione e all'invecchiamento naturale dei pozzi, alcuni dei quali risalgono agli anni '70. Inoltre sono poco diffusi metodi integrativi per aumentare la quantità di acqua come ad esempio la raccolta dell'acqua piovana. Sono inoltre presenti dei fattori che limitano l'accesso alle poche fonti costanti e di migliore qualità esistenti. Dalle interviste condotte presso i villaggi e presso i comitati che si occupano della gestione e manutenzione dei pozzi è emerso che i residenti preferiscono comunque l'acqua gratuita a quella dei pozzi profondi a pagamento, indipendentemente dal grado più o meno elevato di contaminazione. Anche il sapore dell'acqua influisce su questa scelta, facendola preferire all'acqua dei pozzi, con un contenuto salino più elevato. Questo costituisce un disincentivo al consumo dell'acqua igienicamente più sicura dei pozzi, ai quali ricorrono soprattutto quando tutte le altre fonti si sono esaurite. A queste considerazioni va aggiunto che la capacità reddituale dei Borana, si è fortemente ridotta negli ultimi anni in seguito alla perdita di gran parte del loro bestiame, principale se non unica fonte di sostentamento, a causa delle ultime disastrose siccità. -2-Cattiva gestione tecnica-meccanica e amministrativa dei pozzi e scarsa partecipazione della popolazione alla gestione del pozzo - Si è frequentemente riscontrata la carente preparazione dei vari MC, sia nella gestione tecnica della struttura pozzo, che in quella amministrativa dei ricavi dalla vendita dell'acqua (RFL, 2000). Le conoscenze tecniche degli addetti ai pozzi risultano spesso insufficienti anche per garantire la semplice manutenzione ordinaria di pompe e generatori. La gestione degli incassi ha spesso creato problemi di scarsa trasparenza e ammanchi. A sua volta questo ha comportato l'insufficienza delle risorse per far fronte ai costi della gestione ordinaria del pozzo (carburante e olio per il generatore, piccoli ricambi per la manutenzione) e di quella straordinaria, col risultato di aumentare i fuori uso per avaria. In caso di avarie al sistema pozzo, il MC si rivolge al DWO di Moyale, distante 100 km da Sololo, per l'assistenza tecnica. In realtà il DWO dispone di ben poche risorse per queste emergenze: un solo veicolo, nessun ricambio e personale tecnico poco qualificato. Si è verificato più di una volta che questi interventi, sempre pagati a caro prezzo dalla comunità che ha il pozzo in avaria, non siano riusciti a riparare il guasto, aggiungendo beffa al danno. Inoltre i pezzi di ricambio sono reperibili solo a Moyale e solo se ordinati con largo anticipo, dal momento che i fornitori sono a Nairobi. Questo comporta inevitabilmente un notevole aggravio dei costi di riparazione e forti ritardi nel ripristino, inaccettabili soprattutto nei periodi di emergenza idrica, quando è di vitale importanza il mantenerli in piena efficienza. Nei periodi di crisi idrica, infatti, i residenti si concentrano nei villaggi provvisti di questi pozzi, aumentando fortemente la domanda d'acqua. Al di là dei disagi per la popolazione, il maggior sfruttamento del pozzo, che può arrivare anche a lavorare ininterrottamente 24 ore su 24, incrementa il rischio di avarie al sistema proprio nel periodo di maggiore necessità. Anche se la proprietà dei pozzi di profondità è stata da tempo trasferita ufficialmente dal MoWRD ai villaggi presso i quali si trovano, gli studi di settore hanno evidenziato una diffusa carenza di identità tra ciascuna comunità e il suo pozzo (RFL, 2000; AAH, 2001). All'origine di questa situazione vi è la diffusa percezione che il donatore mantenga tuttora una considerevole influenza su di essi, creando ambiguità e incertezze sulla reale proprietà di questa risorsa. Il WDO di Moyale ha più volte disposto il trasferimento di macchinari e attrezzature da un villaggio all'altro per risolvere problemi contingenti di avarie. Mentre l'assistenza governativa in tempi di crisi idrica è apprezzata, le comunità sembrano confuse sui ruoli e le responsabilità nella gestione dei pozzi di profondità. Questo potrebbe rappresentare un ostacolo alla creazione di un'autentica capacità di autogestione, che si traduce anche nella riluttanza a investire in questa risorsa, se non per la semplice manutenzione ordinaria. Esistono anche altri aspetti negativi che contribuiscono a questa situazione. In alcune comunità vi possono essere interferenze politiche o di "padrinaggio" sui MC, quando alcune delle persone più importanti della comunità possono influenzare la gestione a loro vantaggio. Esiste anche il problema di fruitori dei pozzi che non si identificano con la relativa WUA e quindi non ne accettano le regole. -3-Pratiche igieniche - I Borana sono riluttanti ad associare l'effetto "malattia" con la causa "acqua contaminata". Di qui il mancato riconoscimento del vero costo dell'utilizzo di un'acqua che è causa diretta di patologie che possono richiedere costosi ricoveri, quando non esitano nella perdita del familiare ammalato, soprattutto tra i più giovani. I benefici in termine di salute derivanti dalla fornitura di un quantitativo sufficiente di acqua per uso umano, sono spesso vanificati da comportamenti igienici inappropriati che possono contaminare l’acqua a disposizione. In particolare, in mancanza di un appropriato smaltimento delle deiezioni e di igiene personale adeguata, è improbabile che il solo miglioramento delle infrastrutture idriche abbia un impatto rilevante sulla salute della popolazione. L’elevata incidenza di malattie diarroiche tra la popolazione locale è sicuramente dovuta in parte anche alle attuali pratiche igienico-sanitarie inappropriate. Prova ne è che il numero di casi di enteriti è elevato pure durante la stagione delle piogge, quando la disponibilità di acqua è maggiore.
Inoltre, nell'area sono presenti altri diversi fattori avversi che influenzano negativamente lo stato socio-economico della comunità: episodi ricorrenti di calamità naturali come siccità e inondazioni, instabilità ai confini con l'Etiopia che ha portato alla chiusura della frontiera e conseguente blocco dei commerci, mancanza di infrastrutture. Tutti questi fattori contribuiscono alla situazione di povertà generalizzata e allo scarso sviluppo economico della zona. Alcuni, inoltre, hanno un effetto diretto sulla salute della popolazione riducendo le difese immunitarie individuali ed aumentando la trasmissione di malattie legate all'acqua e trasmesse da insetti vettori come la diarrea e la malaria. Tutto ciò, ed altro, concorre a fare si che risulti accettata come “normale” , da chi vive fuori da questa area, la stessa situazione che si riscontra nei periodi senza siccità, e che “normale” assolutamente non può essere considerata, stando ai parametri dettati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità! Il WHO definisce, infatti, l'acqua per uso domestico come "l'acqua utilizzata per gli abituali scopi domestici inclusi consumo, igiene personale e preparazione del cibo" e considera 20 litri di acqua per persona al giorno come il fabbisogno minimo per soddisfare tali bisogni. Vari studi hanno dimostrato, e la realtà di Sololo ne è la prova provata, che la quantità di acqua consumata a livello domestico dipende principalmente dall'accesso a fonti idriche. Accesso che a sua volta è determinato dalla distanza e/o dal tempo necessario per la raccolta. Queste differenze possono essere categorizzate in 4 livelli di accesso Livelli di accesso a
fonti idriche Quantità di acqua consumata per scopi domestici in rapporto al tempo necessario per la sua raccolta: Quando il tempo necessario eccede i 5 minuti (o 100 metri dall'abitazione) la quantità di acqua raccolta diminuisce sensibilmente. Il grafico contiene un "plateau di consumo" ben definito per distanze comprese tra 100-1000 metri (5 - 30 m’). All'interno di questi limiti la quantità d'acqua raccolta varia di poco. Per distanze superiori ad un chilometro o 30 minuti di percorrenza, la quantità raccolta diminuisce ulteriormente sino a livelli che permettono solamente di soddisfare il fabbisogno dovuto al consumo.
L'evidenza disponibile suggerisce pertanto che il volume d'acqua usato a livello domestico varia solamente tra i diversi livelli di accesso. Per cui è prioritario assicurare almeno un livello minimo di accesso a fonti di acqua sicura (entro un chilometro) che corrisponde all'attuale definizione di "ragionevole accesso" utilizzata da WHO e UNICEF per valutare i progressi a livello globale nella disponibilità di acqua e servizi igienici. Al di sotto di tale limite, a meno che l'acqua non venga fornita direttamente a livello domestico, non ci saranno significative variazioni nella quantità raccolta. I livelli di accesso forniscono un'indicazione affidabile del volume di acqua disponibile e utilizzato a livello domestico. Chiaramente, a ciascun livello, i benefici sono aumentati assicurandosi che l'acqua sia di qualità accettabile per consumo umano e che sia utilizzata per pratiche igieniche appropriate. Lo stato di salute è significativamente compromesso per il livello di accesso definito come "Nessun accesso" nella tabella precedente, dove il volume di acqua raccolto può essere appena superiore alla quantità necessaria per mantenere lo stato d'idratazione dell'organismo. Perché non si abbiano ripercussioni sullo stato di salute, il minimo necessario corrisponde al livello definito come "Accesso minimo" e l'esperienza dimostra che è equivalente ad una quantità d'acqua raccolta inferiore ai 20 l/p/g, di cui 7,5 litri sono utilizzati per il consumo. A questo livello di accesso, è indispensabile l'adozione di pratiche igieniche appropriate per ottenere benefici sullo stato di salute della popolazione. La priorità di un intervento idrico è pertanto di aumentare l'accesso a fonti idriche, assicurandosi di raggiungere almeno un accesso minimo. Una volta che tale livello è stato raggiunto, l'intervento deve porre l'attenzione sulla promozione di pratiche igieniche appropriate e sull'introduzione di tecniche per la gestione dell'acqua che riducano il rischio di trasmissione delle malattie diarroiche. In generale, molti dei benefici in termini di salute derivano da un appropriato utilizzo dell'acqua e da adeguate pratiche igieniche ed è improbabile che il solo miglioramento delle infrastrutture idriche abbia un impatto rilevante. Sono state descritte pratiche igieniche inadeguate anche in Paesi con abbondante disponibilità di acqua a livello domestico, mentre la disponibilità di sapone e interventi volti a migliorare le pratiche igieniche, normalmente producono sensibili miglioramenti dello stato di salute in qualsiasi ambiente, a prescindere dalle condizioni socioeconomiche e dal livello di accesso a fonti idriche. La maggioranza delle famiglie non dispone dell’ “accesso minimo” anche nelle condizioni di assenza di siccità. I pozzi attualmente, pur escludendo dal conteggio gli animali, non sono in grado di fornire più di 3 o 4 litri di acqua al giorno e per persona. Le attuali risorse idriche permanenti sono gravemente insufficienti per soddisfare il fabbisogno di acqua per uso umano per tutta la popolazione. Per sopravvivere è necessario accedere all'acqua utilizzando risorse non protette come le raccolte d'acqua stagionale collocate ai piedi dei versanti degli altipiani o i bacini artificiali. Ossia, la gente può sopravvivere solo se può integrare il quantitativo di acqua proveniente dai pozzi con l'acqua che è possibile raccogliere e stivare durante il periodo delle piogge. Se la stagione delle piogge è scarsa o viene a mancare è matematicamente certo che non c’è possibilità di sopravvivenza per tutti. Le diverse tribù dell’area si affrontano mortalmente in una lotta tra poveri condotta per la sopravvivenza, che è legata alla possibilità di accesso ad acqua piovana stantia, raccolta da tempo in bacini aperti ed accessibili da ogni genere di animale domestico e selvatico. La situazione considerata
“normale”, presente in assenza della siccità, è
una situazione di “emergenza-cronicizzata” che ha un alto
costo in vite umane perse. E’ di per sé umanamente inaccettabile!
Non intervenendo in modo
radicale nel settore idrico, si rende vana ogni presenza finalizzata
alla cooperazione per lo sviluppo; rimane il campo per la sola “umana-solidarietà”
più o meno pietistica. Dal
consuntivo delle attività rese durante l’anno 2005 1. Construction of one water
tank in Amballo 2. Construction of two water
troughs in Amballo. 3. Rehabilitation of the
hand pump in Amballo |