Considerazioni di Pino sull’incontro:

(Incontro Programmatico CCM - Mondeco per le attività in corso a Sololo)
 

- mi sarebbe piaciuto scusarmi oggi dei miei modi usati ieri … ma ancora oggi non riesco a pentirmi di averlo fatto.
- Pur se nessuno di noi lo vuole, mi sembra che il tutto stia rischiando di prendere delle brutte pieghe, a danno proprio di quegli ultimi che diciamo di voler aiutare
- Per me è inaccettabile che avvengano danni agli ultimi per nostra “incuria”.
Se non ce la facciamo a trovare il tempo per fare bene ciò che occorre fare, è più corretto non accettare l’incarico di farlo.
All’Africa fanno più male i so ed i ni piuttosto che i chiari si e no.

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- Non mi sembra corretto valutare i loro problemi mettendo prioritariamente avanti la soluzione di quelli legati alle nostre paure … anche se legali
...
Certo che ci si dovrà affidare sempre di più ai locali … è il solito rischio, se veramente si ama la loro crescita deve essere fatto proprio così … e ogni volta che gli abbiamo dato la fiducia, noi non ne siamo rimasti delusi.
...
- Io non mi ritiro da Sololo.
Io mi ritiro da quei compiti che, per salute o per competenze, so di non potere gestire … è la stessa logica di correttezza che richiamavo qui sopra.
Per restare nel mio campo, è come se fosse possibile accettare che i volontari dell’emergenza in Italia, facciano ciò che possono o che si sentono di fare, piuttosto di ciò che occorre che facciano, e per la qual cosa hanno il dovere di prepararsi, se liberamente scelgono di farlo …
- Io continuerò a collaborare con chiunque metta al centro delle proprie attenzioni i Borana …
e lo farò sempre per coerenza alla mia scelta di mettere, io, al centro della mia attenzione gli ultimi.
Non è difficile da capire, è difficile da spiegarsi e da mantenersi nei fatti …
tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare …tento di nuotare e chiedo di farlo insieme, in reciprocità di aiuto.

Caro Pino
grazie per la redazione del verbale. I contenuti della seduta vi sono riportati in maniera molto precisa e veritiera.
Per quanto riguarda le tue considerazioni, ce ne sono molte che condivido, ed alcune su cui ho opinioni profondamente diverse.
La prima
è l'esigenza di valutare correttamente i rischi e le conseguenze - anche di carattere economico - che le nostre attività a Sololo possono causare: agli altri, alle nostre organizzazioni e a noi stessi.
Non si tratta di egoismo: una razionale presa di coscienza di questi rischi ci permette di attuare le misure necessarie a ridurre la possibilità di eventi dannosi o, qualora si siano verificati, minimizzarne gli effetti.
Di qui l'assicurazione contro le malattie e gli infortuni dei dipendenti, la copertura pensionistica - ogni volta in cui è prevista dalla legge - ; l'adozione di norme per la sicurezza sul lavoro - queste sempre - e poi le assicurazioni per la responsabilità civile.
Ma anche la presenza, all'interno dell'organizzazione (sia CCM, sia Mondeco), di persone con capacità gestionali e la predisposizione di procedure e regole elaborate dalla nostra cultura per facilitare l'esecuzione dei compiti di tutti gli operatori e dirimere i conflitti, (cosi' come la cultura borana ha creato il sistema di regole gada).
A tal proposito , oltre a comunicare le bozze di accordo all'ufficio CCM di Nairobi, incontrerò venerdi' 16 alle 14, il nostro Coordinatore Filippo, per valutare l'efficacia delle norme e procedure che ho proposto a Mondeco.
Il secondo punto
su cui ritengo che, a fronte di un'intuizione affascinante, non vi siano conoscenze di tipo antropologico ed etnografico sufficienti per fare di questa ipotesi il perno dell'intero progetto, è la tua teoria della "famiglia artificiale", che discende dall'esperienza della Maniatta Yaa'a (E’ nella cultura Borana ciò che può fare la differenza della natura del villaggio: “famiglia artificiale di affido” o “istituzione di adozione”).
Per creare un clima di famiglia ed evitare l'istituzione (fine che condivido pienamente), mi affiderei di più alle conoscenze di Ilaria, dei suoi colleghi e di Carol ed Eugenio (conoscenze che contengono certamente l'ascoltare e l'assimilare la cultura altrui, soprattutto in un contesto in cui - salvo, apparentemente , a livello economico - tale cultura è assolutamente dominante).
...
Queste mie precisazioni riguardano due punti che saranno molto rilevanti nel plasmare il progetto definitivo, nei tempi concordati ieri. Nel quale proporrò comunque che rimanga presente sia l'ipotesi di derivazione del nostro lavoro dalla Maniatta Yaa'a, sia la possibiità futura di servizi svolti da realtà associative spontanee (Women's Groups etc). Non per piaggeria nei tuoi confronti , ma per un personale e, credo, ragionevole interesse a vedere come queste esperienze possano evolversi a Sololo.

Caro (nel senso di quanto mi costi ...) Guido,
continuiamo il confronto ... non intendo fare polemica.
Tu dici:
/--- ho opinioni profondamente diverse.
meno male! Altrimenti non ci sarebbe confronto e quindi la possibilità di crescita ... (quando saremo tutti solo "abbronzati", è vero che sarà finito il razzismo, ma altrettanto vero che si rischierà l'appiattimento sterile).
--1- La prima è l'esigenza di valutare correttamente i rischi e le conseguenze ...
non posso che essere d'accordo su tutto ciò che dici ... il disaccordo può essere solo sul *dove* porre il limite.
Dove è il punto giusto tra i due estremi, entrambi configurati da un agire IRrazionale,
dettato o da puro-nocivo buonismo, distruttivo in sè stesso, o dalla pretesa della ricevuta fiscale dal bisognoso in emergenza ed, in assenza di questa, sentirsi legittimati ad omettere l' aiuto.
Trovare la giusta misura tra l'egoismo e l'altruismo, qui è il problema;
Io ribadisco che la soluzione non è una regola fissa inviolabile,
bensì è l'applicazione con il buon senso di una regola, che deve esserci, ma essere fatta a misura prioritariamente del ricevente e non del donatore. (la legge per l'Uomo e non viceversa)
ES. se il donatore, giustamente non può correre il rischio di mettere a repentaglio tutto per delle ricevute che vengono ripetute da tre guardiani che così potrebbero accampare un diritto di assunzione ... si *deve * trovare un'altra soluzione a quella attuale.
La soluzione è da trovarsi da parte del tecnico amministrativo che, giustamente vigilando, deve anche diagnosticare in tempo utile questi possibili rischi ... deve trovare altre soluzioni, quali appaltare il servizio o altro ancora ... ma sempre nel rispetto del possibile; osservante delle minime regole etico-morali e giuridiche nazionali-internazionali.
(etico-morali) = si curi la sostanza (l'interesse del ricevente e la potenzialità dell'aiuto possibile)
e poi si aggiustino le forme (con il buon senso, il rispetto della legge)
Se non avessi fatto così nella mia attività svolta nell'emergenza sanitaria, sicuramente ci sarebbero stati numericamente un maggior numero di esiti fatali ... anche se tutti perfettamente legali nelle loro forme.
Ripeto, la motivazione al cambiamento è quella che eventuali sanzioni comprometterebbero gli aiuti a tutti ... e non deve essere quella del rischio individuale corso dal donatore o dall'organizzazione o dal suo direttivo
... anche se il risultato può apparire lo stesso, questa non è la stessa cosa, e non è lana caprina;
è coerenza a scelte di vita
(altrimenti avviene che la logica egoistica chiede a tutti di dimettersi in massa ...
"ma *Chi* me lo fa fare?" ...
ma è proprio quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare...).
...
--2- Il secondo punto su cui ritengo che, a fronte di un'intuizione affascinante, non vi siano conoscenze di tipo antropologico ed etnografico sufficienti per fare di questa ipotesi il perno dell'intero progetto,...
Direi che questo punto vada ben chiarito poichè *è proprio il perno del Progetto,* specie se non si vuole farne una istituzione ...
Guardando la cultura Oromo su internet mi sembra che di studi ce ne siano tanti e sufficienti ...
ma propongo di *INTERPELLARE BASSI*, docente universitario e autore del libro sui Borana. Da quel libro ho saputo dell'esistenza della magnatta yaa, prima di parlarne poi con gli anziani e visitarla quando fu di transito non lontana da Torbi ...
Penso che a Bassi non potrà che fare piacere se qualcuno lo contatta per questa ragione.
Potrebbe anche nascere una collaborazione con l'università sul progetto sperimentale...
...
Le conoscenze di Ilaria, portate (inculturazione) attraverso la mediazione di quelle analoghe di Carol, se da sole, specie se freddamente applicate a Sololo pur se aperte in sè ad accettare le altre culture, portano necessariamente alla istituzione non sentita e riconosciuta come propria dai Borana.
La sola cultura Borana ... altrettanto non può essere sufficente.
Eppure è solo da questa che si deve partire se si vuole che il Progetto venga sentito e vissuto dalla gente locale
La fusione, giustamente bilanciata delle due cose (difficilissima alchimia), porta alla singolare validità del nostro Progetto, certamente non esportabile da Sololo.
Progetto che introduce il concetto "nuovo" della famiglia "artificiale", ma pur sempre famiglia nella sostanza; contrariamente alla famiglia "istituzione" che di famiglia avrebbe solo eventualmente la forma.
...
--3- Non sono soprattutto d'accordo nell'usare la teoria della "famiglia borana artificiale" per tenere bassi certi costi del progetto, particolarmente il salario delle "mamme" e "zie"
Non ho mai pensato una cosa del genere.
Il salario è una conseguenza del lavoro, non la condizione che fa fare le scelte di lavoro.
Se si tiene in mente che il nostro Targhet finale è quello che il tutto divenga proprietà CIPAD e che questo lo debba gestire ...
Possiamo sperare di trovare garanzie di continuità proprio nell'ottenere qualcosa
che sia il più vicino possibile alla cultura borana;
che sia di semplificata gestione tecnica-economica ...
magari in autosostentamento con le risorse locali e con ciò che loro sanno fare, come:
il fare i pastori, la madre, la zia ...
e se consideri che le mamme naturali non si pagano con i soldi ...
… ci ritroviamo ai due punti qui sopra citati oggi in discussione, si tratta di:
1-(dove porre il limite tra buonismo e burocrazia)
- Si pagano stipendi per fare le mamme o si trovano razionali soluzioni di buon senso che rispettino l'etica-morale della giusta retribuzione, attraverso forme di sostegnoo economico, es.all'associazione delle donne, che siano in linea con la legge?
2-(ipotesi o realtà di fatto)
- famiglia artificiale borana o istituzione dipendente dal bianco?
...
si deve sempre aprire il nostro confronto:
deve avvenire ogni volta che si è davanti al singolo problema (guardiani...mamme...), proprio per poter definire, con la maggior oggettività possibile, dove si colloca la giusta misura, il giusto limite ... tra egoismo ed altruismo, mettendo l'altro al centro cominciando dagli ultimi ...
Come vedi, non sono solo alucubrazioni teoriche le nostre;
sono il sale che rende diversa la minestra offerta dalle grandi organizzazioni, governative e no,
da quella cucinata da un CCM,
che attualmente appare in un doloroso travaglio di trasformazione
per passare da una gestione buonista, che forse ha fatto il suo tempo,
verso una gestione che deve necessariamente allinearsi ai tempi ma senza arrivare a ...
regolamentare con quale mano il ricevente deve chiedere l'elemosina prima di rilasciare la ricevuta.
E, se mi permetti di fare l'oracolo,
il ricevente imparerà da noi le regole
che applicherà lui a sua discrezione ...
e se andiamo avanti così con quanto gli stiamo insegnando con i nostri comportamenti,
credo che stenderà la mano che più gradirà,
con il pugno chiuso ed un solo dito teso: il medio ...
poichè avrà capito che senza di lui, bisognoso,
il donatore rimane disoccupato.

...
mi sembra anche un'ottimo suggerimento chiedere a Marco Bassi di offrirci il suo parere
sulle possibili affinità tra la Maniatta Yaa'a e il nostro villaggio.
Vi mando il quesito nei prossimi giorni.
A presto