11/8/01 - SOLOLO RAMATA
Maestro JILLO

Il Maestro Jillo insegna alla Primary School di Sololo le materie di Inglese e Arte. E’ un borana ed sta eseguendo su iniziativa personale una raccolta di informazioni relative alla cultura e alle tradizioni Borana. Assieme ad un gruppo associativo di studenti si occupa del vivaio che si trova dietro la cinta della filanca Garby di Sololo. E’ impegnato in attività di divulgazione sulla conservazione della natura soprattutto degli alberi contro il loro abbattimento e utilizzo indiscriminato.

La gestione dell’acqua, secondo quanto osservato da Jillo è in mano agli anziani. Esistono diversi tipi di risorse idriche: i pozzi, le silanche, i rock catchment e i pozzi profondi. I pozzi sono delle cavità scavate dall’uomo ad utilizzo prevalentemente umano, la risorsa viene gestita da un responsabile chiamato “padre del pozzo” che regola l’accesso e il lavoro di manutenzione. Può capitare che il pozzo serva anche per il bestiame, per questa ragione viene utilizzato un abbeveratoio che consiste in un tronco scavato dove ad un’estremita viene costruita una camera che fa da filtro contro i sassi e le foglie presenti nell’acqua del pozzo. Lo sbarramento è formato da foglie secche e sassi.
L’acqua del pozzo è gratuita per il consumo umano, per asini, muli e cavalli. Per il consumo per il bestiame bisogna pagare sotto forma di manutenzione del pozzo secondo quanto richiesto dal padre del pozzo.
La silanca è uno sbarramento artificiale costruito su un terreno naturalmente argilloso per contenere le acque piovane che scendono verso valle durante il periodo delle piogge. Questa sorta di mini diga viene regolata da un Abba Errega cioè dal “padre della silanca” che definisce la quantità di bestiame che può avere l’accesso e per quanto tempo. Ogni giorno esistono dei momenti pre-fissati per i quali i proprietari del bestiame possono accedere alla filanca. Il proprietario del bestiame, Abba Aftu, deve essere a disposizione dell’Abba Errega per tutto il giorno per pulire le sponde della filanca dalla sporcizia lasciata dagli animali e deve aiutare a scavare il bordo della silanca dove l’acqua tende ad accumularsi con l’avanzare della stagione secca. Le mucche devono accedere alla silanca a piccoli gruppi e non devono entrare con le zampe nell’acqua per non rimanere impantanate nel terreno argilloso. Per questa ragione viene costruito un morettino di terra a sbarramento per le mucche e per sicurezza, nell’acqua di fronte al muretto vengono messi rami spinosi per impedire alle mucche l’ingresso nella silanca. I mandriani devono condurre il bestiame all’abbeverata nel momento che è stato deciso per loro e su quell’appuntamento devono considerare i tempi di percorrenza dal pascolo all’acqua. Il numero limitato di punti di acqua impedisce uno sfruttamento più ampio dei pascoli, alcune zone vengono abbandonate perché troppo lontane dall’acqua. Le mucche possono stare al massimo 3 giorni senza bere. Sono mucche di razza Zebù particolarmente adatte alla zona tropicale arida di Sololo, hanno una gobba sul garrese che accumula i grassi come i dromedari. I borana praticano una selezione e una scelta di incrocio del bestiame per migliorare la resistenza alla sete e la produzione di latte.

Il bestiame viene calcolato secondo i boma cioè il recinto dove gli animali riposano la sera. Un boma può contenere da 5 ad al massimo 100 capi di bestiame. Ogni proprietario ha un solo boma. Per accedere all’acqua con gli animali bisogna chiedere il permesso dell’Abba Errega almeno tre giorni prima. Se si deve cambiare il giorno dell’abbeverata bisogna informare il responsabile del pozzo e chi ha diritto ad abbeverare il bestiame nel giorno scelto. Se il numero di boma è troppo elevato, l’accesso al pozzo viene negato e chi vuol far bere le proprie bestie deve portarle ad un altro punto chiedendo i permessi. Il ciclo pascolo-abbeverata comincia nel tardo pomeriggio presso i villaggi dove avviene l’ultima mungitura. Poi la mandria parte di notte verso il punto d’acqua con la custodia di almeno 3-4 persone, all’acqua ci si avvicina lentamente in modo che gli animali hanno il tempo di pascolare strada facendo. Verso il tardo pomeriggio si arriva all’acqua, si abbeverano gli animali e si riprende il cammino di ritorno verso il villaggio. I tori e le mucche senza vitello vengono lasciati a metà strada tra il punto d’acqua e il villaggio e sono sempre custoditi. Gli animali coi piccoli proseguono fino al villaggio dove vengono munte. Spesso durante questo pendolarismo le mandrie vengono attaccate da animali selvatici. Le perdite possono anche essere notevoli, una iena può arrivare ad ammazzare anche 8 capre e gli episodi sono piuttosto frequenti.

I pascoli vengono sfruttati in modi alternati. Se un pascolo è stato sfruttato molto durante la stagione secca, nel periodo successivo sarà messo a riposo. La decisione viene fatta dai proprietari, chi non rispetta le zone di interdizione al pascolo deve pagare anche 150 Sh a capo. Il pascolo dei cammelli e delle mucche è diverso. I primi prediligono le foglie degli alberi, i secondi invece l’erba. Le zone montagnose vengono lasciate alle capre. Durante la stagione delle piogge si evita di portare il bestiame in certe zone dove il terrono appesantito dall’acqua fa impantanare gli animali col rischio di impantanarli e ferirli, si evitano le zone col terreno scuro noto come Black Cotton Soil. Gli anziani regolano la distribuzione dei pascoli indirizzando su direzioni diverse lo sfruttamento del territorio. Un pascolo viene abbandonato quando finisce l’erba.

Nella zona di Sololo ci sono molti alberi a fusto largo soprattutto lungo le pendici delle montagne. La popolazione però sta disboscando lentamente la zona e i motivi sono diversi. Vengono tagliati i rami degli alberi a partire da quelli più alti, in questo modo la pianta viene tagliata a piccoli pezzi finché non viene abbattuta completamente. Si prende la legna perché non c'è un'altra fonte di energia per cucinare, oppure perché servono alcune essenze in particolare per fare i pali delle case, alcuni tipi di legno non vengono attaccati dalle termiti. Altri invece tagliano gli alberi per vendere la legna per vivere o per pagarsi la retta della scuola. Una fascina costa dai 10 ai 20 Sh.