24/3/2009
MISSIONARI E OPERATORI PASTORALI MORTI IN MODO VIOLENTO
Nel 2008 sono stati non meno di 20 gli operatori pastorali uccisi nel mondo:
un vescovo,
16 sacerdoti,
un religioso
e due volontari laici;
lo ricorda l’agenzia stampa ‘Fides’, nel consueto dossier di fine d’anno .
Persone che “senza eroismi o proclami – sottolinea il documento – non hanno esitato
a mettere quotidianamente a rischio la propria vita
in tanti contesti di sofferenza, di povertà, di tensione,
per non far mancare a quanti li circondavano il soffio vitale della speranza cristiana”.
Tra loro l’arcivescovo caldeo di Mosul (Iraq), monsignor Paulos Faraj Rahho,
rapito il 29 febbraio all’uscita da una chiesa,
in un’azione in cui sono morte altre tre persone,
e il cui corpo senza vita è stato ritrovato il 13 marzo.
In Africa hanno perso la vita in modo violento
tre sacerdoti, un religioso e un volontario laico
In Kenya sono stati uccisi padre Michael Kamau Ithondeka,
vice rettore del Mathias Mulumba Senior Seminary di Tindinyo,
e padre Brian Thorp, missionario di Mill Hill
ritrovato senza vita nella canonica della sua parrocchia a Lamu, arcidiocesi di Mombasa.
Padre Michael venne ucciso a un posto di blocco illegale
istituito da una banda di giovani armati sulla strada Nakuru - Eldama, nella Rift Valley,
zona di violenti scontri post- elettorali;
padre Brian risulta vittima di una rapina a mano armata avvenuta nella notte.
Fratel Joseph Douet, 62 anni, dei Fratelli dell’istruzione cristiana di San Gabriele,
è stato assassinato a Katako, in Guinea Conakry, nel collegio che aveva fondato;
mentre era in preghiera alcuni malviventi lo hanno legato e
gli hanno messo un sacco in testa, soffocandolo,
probabilmente a scopo di rapina.
Don John Mark Ikpiki, è stato ucciso ad Isiokolo (stato del Delta, Nigeria),
a poca distanza dalla stazione di polizia locale,
da rapinatori che volevano rubare la sua automobile, poi ritrovata abbandonata.
Nella martoriata Repubblica Democratica del Congo ha trovato la morte anche
il volontario laico Boduin Ntamenya, originario di Goma (Nord Kivu) ,
ucciso mentre stava svolgendo il suo lavoro di formatore scolastico in zona di guerra
per l’ organizzazione non governativa
Nelle Filippine, sull’isola di Tabawan, il 15 gennaio padre Jesus Reynaldo Roda,
direttore di un istituto frequentato da bambini cristiani e musulmani,
venne percosso e ucciso da un gruppo di uomini armati che tentavano di rapirlo ;
in India, don Bernard Digal, prete diocesano
vittima delle violenze contro i cristiani in Orissa a fine agosto;
nello Sri Lanka, il sacerdote Mariampillai Xavier Karunaratnam,
attivista per i diritti umani,
che aveva denunciato le violazioni e gli abusi della guerra tra esercito e ribelli tamil,
venne ucciso il 20 aprile .
In Messico, il 2 settembre padre Gerando Manuel Miranda è stato raggiunto al petto
da colpi di arma da fuoco sparati da un’auto
mentre entrava nella scuola ‘Fray Juan de san Miguel’,
di cui era direttore a Los Reyes (Michocaca);
padre Miranda è uno dei cinque sacerdoti uccisi in America Latina.
In Europa, e più precisamente in Russia,
due padri gesuiti sono stati uccisi da uno psicopatico.
A questo elenco provvisorio
- conclude l’agenzia Fides -
deve comunque essere aggiunta la lunga lista
dei tanti di cui forse non si avrà mai notizia,
che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano anche con la vita la fede in Cristo.
Si tratta di quella ‘nube di militi ignoti’
- secondo l’espressione coniata da Papa Giovanni Paolo II -
a cui guardiamo con gratitudine e venerazione,
pur senza conoscerne i volti,
senza i quali la Chiesa e il mondo sarebbero enormemente impoveriti”.
 
Il dossier precisa tra l’altro:
“Negli ultimi tempi il conteggio di Fides non riguarda più
solo i missionari ad gentes in senso stretto,
ma tutti gli operatori pastorali morti in modo violento,
non espressamente “per odio alla fede”.
Non usiamo di proposito il termine ‘martiri’,
se non nel suo significato etimologico di ‘testimone’,
per non entrare in merito al giudizio
che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro,
e anche per la scarsità di notizie che, nella maggior parte dei casi,
si riesce a raccogliere sulla loro vita
e perfino sulle circostanze della loro morte”.

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