KENIA   4/1/2008   7.50 KENIA
UN LUO VERSO LA CASA BIANCA? PER ORA, SOLTANTO UN’ AMERICANA A NAIROBI…
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Barack Hussein Obama, il quinto afro-americano della storia del senato statunitense nato nel 1961 in una clinica delle isole Hawaii in una famiglia di origine keniana, ha vinto qualche ora fa la “primaria” d’esordio del lungo percorso verso la “nomination” del partito democratico per le presidenziali di novembre, battendo i “bianchi” Hillary Clinton e John Edwards. L’edizione odierna del “New York Times” on-line per l’occasione ha telefonato a Nyangoma-Kogelo, il villaggio del distretto di Siaya, uno degli 11 della provincia di Nyanza (Kenya occidentale, sul lago Vittoria) dove nacque ed è sepolto il padre del senatore; non lontano dalla città di Kisumu, uno degli epicentri delle violenze post-elettorali degli ultimi cinque giorni, da cui le fonti missionarie ieri hanno detto alla MISNA: “Durante la notte c'è il coprifuoco e nessuno si muove. C'è una calma relativa. Ma manca il cibo perché da giorni negozi e mercati sono chiusi. Ieri sera c'erano perfino dei bar aperti fino a tardi. Oggi c'è movimento di veicoli, ci sono dei mezzi di trasporto, torna un po' di normalità. E' ancora presto per dire se banche e uffici sono aperti. Si spera che riprendendo a lavorare, ritornino le cose di prima necessità nei negozi: farina, pane, latte, condimento, verdure varie, che mancano da giorni”. Al quotidiano di New York, Said Obama, zio del senatore, residente di solito a Kisumu, ha detto di essere rimasto bloccato a Nyangoma-Kogelo dove si era recato in visita la settimana scorsa. “Non possiamo andare da nessuna parte - ha detto lo zio - non ci sono veicoli che vanno a Kisumu a causa di quel che vi è accaduto. Qui da noi è tutto molto calmo, non ci sono problemi, ma per seguire quel che succede nell’Iowa possiamo contare solo sulla radio…”. Nyangoma-Kogelo è abitata da Luo, terza etnia del Kenya dopo i kikuyu e i luhya - la stessa a cui appartiene Raila Odinga, l’avversario del presidente eletto Mwai Kibaki - e che in Kenya preferisce autodefinirsi stessi Joluo (anche Jaluo). Anche Barack Obama, in fondo in fondo, è un Luo che come tale venne accolto nell’estate 2006 nel piccolo villaggio paterno durante un lungo viaggio africano. Pur avendo distanziato di alcuni punti sia Edwards (giunto secondo a sorpresa) sia la Clinton (incredibilmente solo terza), per Obama la Casa Bianca non è diventata per questo molto più vicina. Il curioso rito del “caucus”, anzi dei “caucuses” dello stato dell’Iowa - il curioso termine che indica le riunioni politiche per scegliere il candidato vincente è di origine “algonchina”, tribù di indiani nordamericani - sono solo una piccola tappa iniziale di un lungo e faticoso percorso dall’esito imprevedibile. Ma , tra il serio e il faceto, un interrogativo forse è lecito: se un Luo fosse alla Casa Bianca, verrebbe mai spedita a Nairobi a far da mediatrice tra due keniani la vice-segretaria di stato americana per gli affari africani Jendayi Frazer? Nell'aprile scorso i giornali scrivevano "Visita a sorpresa in Somalia, questa mattina, in gran segreto e tra enormi misure di sicurezza, di Jendayi Frazer, la vice di Condoleeza Rice con delega per l’Africa. La Frazer non ha osato però scendere a Mogadiscio, dove fino a pochi giorni fa era in corso una feroce battaglia che ha fatto almeno 500 morti e oltre un migliaio di feriti...". E per quel che riguarda il suo ruolo nella questione di confine tra Etiopia ed Eritrea, la sua decisione di assegnare all'Etiopia terra già eritrea neanche è sembrata molto spiegabile; o forse lo è con l'intervento etiopico in Somalia? Mentre appaiono più che legittimi e ragionevoli gli interventi in Kenya del sudafricano Desmond Tutu, arcivescovo anglicano e premio Nobel per la Pace, e del presidente dell’Unione Africana John Kufuor, che mai “c’azzecca” il precipitoso arrivo a Nairobi della molto controversa e criticata Frazer proprio mentre Odinga riconvoca per oggi - o forse per domani, non è chiaro - la sua vietata e pericolosa manifestazione di protesta di ieri? E poi dicono che il colonialismo è finito...

["Spigolature" a cura di Yanga]
[MB]


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