“La sensazione che si respira in giro è quella del sollievo, per la fine di uno dei momenti più bui della storia recente di questo paese e per l’inizio di una nuova fase”: padre Gigi Anataloni, missionario della Consolata lo dice alla MISNA a poche ore dalla firma dell’accordo tra il presidente Emilio Mwai Kibaki e il capo dell’opposizione Raila Odinga, un’intesa che dovrebbe por fine alla crisi post-elettorale segnata, secondo stime correnti, da 1000-1500 vittime e da diverse centinaia di migliaia di sfollati. “Il fatto che i due politici abbiano firmato un’intesa davanti alle telecamere rafforza l’importanza dell’impegno preso - aggiunge il religioso - restituendo ai keniani la fiducia per il futuro”. Festeggiamenti sono cominciati poco dopo l’annuncio anche nelle altre città del paese, teatro nelle ultime settimane di scontri e violenze a carattere anche etnico. “A Kisumu la gente è scesa per le strade a cantare e ballare, mentre i “matatu”, i microbus colmi di gente, avanzano a colpi di clacson, come dopo una partita di calcio” racconta Joseph Otieno, la cui voce al telefono è quasi coperta dalle grida di gioia e dal rumore del traffico. A Eldoret “la popolazione si è riunita in una processione spontanea, in cui vengono intonati canti per la pace, mentre le luci delle case sono state accese in segno di festa” dice Nixon Oira, della Commissione Giustizia e Pace della diocesi locale, la voce tremante per l’emozione. Francis Murei, della diocesi di Kericho , parlando anche gli abitanti di Eldoret e NAivasha, sottolinea: “La gente è felice e, quasi a voler cancellare gli ultimi due mesi, invia auguri di buon anno nuovo con messaggini di ‘Happy New Year’ sui telefoni cellulari; forse davvero, per il Kenya, il nuovo anno comincia oggi”. [AdL] |