CITTÀ DEL VATICANO |
23/4/2007 14.51 |
PAPA: ELIMINARE
POVERTÀ IN AFRICA, “DOVERE MORALE” DEI PAESI RICCHI
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“Per i Paesi poveri
bisognerebbe creare e garantire, in modo affidabile e duraturo, condizioni
commerciali favorevoli che, soprattutto, includano un accesso ampio e
senza riserve ai mercati. Occorre anche prendere provvedimenti per una
rapida cancellazione completa ed incondizionata del debito estero dei
Paesi poveri fortemente indebitati (heavily indebted poor countries -
HIPC) e dei Paesi meno sviluppati (least developed countries - LDC). Parimenti
vanno prese misure affinché questi Paesi non finiscano di nuovo
in una situazione di debito insostenibile”: lo afferma il Papa in
una lettera inviata al Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca,
Angela Merkel, invitata a mantenere il tema della povertà e dell’Africa
“al centro delle trattative politiche internazionali”, durante
la presidenza tedesca dell’Unione Europea e in vista del prossimo
vertice del G8 che sarà ospitato dal 6 all’8 giugno a Heiligendamm.
Nella missiva, pubblicata oggi dalla sala stampa della Santa Sede, Benedetto
XVI si dice “lieto” che la questione della povertà
in Africa sia all’ordine del giorno del prossimo summit, evidenziando
che “questa tematica, infatti, merita la massima attenzione
e priorità a vantaggio degli Stati poveri come anche di quelli
ricchi”. La Santa Sede – aggiunge il Pontefice –
“ha sottolineato ripetutamente che i Governi dei Paesi più
poveri hanno, da parte loro, la responsabilità della ‘good
governance’ e dell'eliminazione della povertà, che però
in ciò è irrinunciabile un'attiva collaborazione da parte
dei partner internazionali. Qui non si tratta di un compito straordinario
o di concessioni che potrebbero essere rimandate a causa di pressanti
interessi nazionali. Esiste piuttosto un dovere morale grave e
incondizionato, basato sulla comune appartenenza alla famiglia umana così
come sulla comune dignità e destino dei Paesi poveri e dei Paesi
ricchi che, mediante il processo di globalizzazione, si sviluppano in
modo sempre più strettamente interconnesso”. Secondo
Benedetto XVI “inoltre, i Paesi industrializzati devono essere consapevoli
degli impegni che hanno assunto nell'ambito degli aiuti allo sviluppo
e assolverli pienamente. Occorrono poi – prosegue il Santo Padre
- ampi investimenti nel campo della ricerca e dello sviluppo di
farmaci per il trattamento dell'AIDS, della tubercolosi, della
malaria e di altre malattie tropicali. In quest'ottica i Paesi industrializzati
devono affrontare l'urgente compito scientifico di creare finalmente un
vaccino contro la malaria. Parimenti è necessario mettere a disposizione
tecnologie mediche e farmaceutiche come pure conoscenze derivate dall'esperienza
nel campo dell'igiene, senza per questo avanzare richieste giuridiche
o economiche”. In conclusione il Pontefice ricorda che
“la comunità internazionale deve continuare ad adoperarsi
per una riduzione significativa del commercio di armi sia legale
sia illegale, del traffico illegale di preziose materie prime e della
fuga di capitali dai Paesi poveri e deve impegnarsi per l'eliminazione
tanto di pratiche di riciclaggio di denaro sporco quanto della corruzione
di funzionari nei Paesi poveri”. Riguardo ai cosiddetti
‘Obiettivi del Millennio’ fissati dall’ONU, il Papa
evidenzia ancora che “appartenenti a diverse religioni e culture
di tutto il mondo sono convinti che il raggiungimento dell'obiettivo di
eliminare l'estrema povertà entro il 2015 sia uno dei più
importanti compiti del nostro tempo. Condividono, inoltre, la
convinzione che questo traguardo sia legato indissolubilmente alla pace
e alla sicurezza nel mondo. Il loro sguardo è ora rivolto alla
guida affidata al Governo tedesco per il prossimo periodo, durante il
quale bisogna garantire che il G8 e l'Unione Europea assumano
le misure necessarie per superare la povertà. I fedeli
cattolici – conclude il Papa - sono pronti ad offrire il proprio
contributo a tali sforzi e sostengono in modo solidale il Suo impegno”.[FB]
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