SOMALIA 8/4/2007 13.28 |
DAL VATICANO UN AIUTO PER
LA SOMALIA |
Papa
Benedetto XVI ha deciso di destinare al dispensario medico di Caritas
Somalia a Baidoa la colletta della Messa “in Coena Domini”
che verrà da lui celebrata oggi, Giovedì santo, nella cattedrale
romana di San Giovanni in Laterano.“È un gesto importante
che viviamo come un riconoscimento alle sofferenze dei somali e alle tante
persone, cristiane e non, che qui hanno dato la vita per la pace e il
dialogo, come strumento di cambiamento più forte della violenza”
dice Davide Bernocchi direttore dell’ambulatorio di Baidoa contattato
dalla MISNA in Somalia. Infatti, mentre a Mogadiscio prevale la logica
della violenza ed anche la comunità internazionale sembra adeguarsi
a questo principio, aspettando passivamente sviluppi, a Baidoa, un piccolo
esempio di impegno quotidiano dimostra che non è mai impossibile
correre in aiuto dei più deboli. Ogni giorno una media
di 120 persone si rivolgono all’ambulatorio medico della Caritas:
“la maggior parte viene dalle campagne fuori città,
dove vive in capanne di fango senza accesso ad acqua potabile, ed affronta
ore e ore di cammino con i bambini sulle spalle per raggiungere il dispensario,
percorrendo dai 20 ai 60 chilometri” continua Bernocchi,
secondo il quale il problema principale, da cui derivano anche le complicazioni
mediche, è la cronica malnutrizione di bambini ed adulti,
oltre che le disperate condizioni igieniche. Nel raccontare delle
attività del dispensario, il suo direttore vuole aggiungere che
la struttura è potuta nascere nel maggio del 2006 grazie
alla collaborazione dell’ospedale ‘Sos Kinderdorf’ di
Mogadiscio, gestito dalle suore missionarie della Consolata, tra le quali
va ricordata suor Leonella Sgorbati, uccisa lo scorso anno da ignoti mentre
si recava all’ospedale dove lavorava. “È grazie al
lavoro delle suore, che sono diventate parte della storia di Mogadiscio,
che altre organizzazioni hanno potuto camminare sul sentiero aperto da
loro” sottolinea Bernocchi. I quindici membri del
personale sono tutti medici e infermieri somali provenienti dall’ospedale
‘Sos’, dove sono stati formati. Quando il dispensario della
Caritas ha aperto a Baidoa, 250 chilometri a nordovest di Mogadiscio,
nella regione del Bay (700.000 abitanti) non c’era un medico:
“L’idea iniziale era quella di offrire una soluzione di emergenza
mentre le autorità locali rimettevano in sesto l’ospedale
di Baidoa, ma il peggioramento della situazione di sicurezza ha posto
un freno” dice l’interlocutore della MISNA ricordando che
a dicembre gli scontri tra truppe governative e loro alleati contro le
forze delle Corti islamiche si sono svolti a pochi chilometri dalla città.
“Oggi siamo una realtà bene integrata nella comunità
locale, ci siamo conquistati un’ottima fama e abbiamo un bellissimo
rapporto con la popolazione locale, la quale, non serve dirlo,
è tutta di religione mussulmana” continua Bernocchi, aggiungendo
di essere stato messo al corrente che “in alcune moschee gli imam
parlano bene del dispensario e della Caritas” ormai rassicurati
che la struttura non ha lo scopo di fare proselitismo. Uno dei
progetti a lunga scadenza, considerate le poche risorse e soprattutto
la situazione d’insicurezza che limita l’operatività,
è quello di aggiungere all’ambulatorio un reparto di degenza.
Per quanto riguarda invece la colletta della messa del Giovedì
Santo, si pensa di usare il denaro per pagare il viaggio e la degenza
in Kenya a quei malati particolari che non si possono curare a Baidoa,
tra cui un ragazzo che sta perdendo la vista.[CO] |
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