SOMALIA 13/4/2007 17.47 |
MOGADISCIO: OLTRE 210.000
SFOLLATI, PROSEGUONO SCONTRI SPORADICI |
“Sono circa 213.000
le persone fuggite da Mogadiscio negli ultimi due mesi per le
violenze e i combattimenti”: lo ha detto alla MISNA Catherine Weibel,
responsabile della comunicazione dell’Acnur Somalia, contattata
nel suo ufficio di Nairobi. L’ultimo bilancio diffuso il 5 aprile
scorso dalla stesso ufficio Onu parlava ancora di “oltre 120.000
persone”. “Il forte aumento tra i due bilanci si spiega
col fatto che non avevamo ricevuto i dati della provincia di Galgadud”
dice alla MISNA la Weibel, precisando che l’ufficio dell’Onu
sta ancora mettendo a punto gli ultimi numeri ricevuti che verranno diffusi
nelle prossime ore. Le stime dell’Acnur sono raccolte sulla base
dei dati forniti all’ufficio Onu dalle organizzazioni non governative
locali (ong) con cui opera sul territorio. “Oltre alle violente
ondate di combattimenti avvenuti nelle ultime due settimane, sono l’insicurezza,
il timore di attacchi, la rimozione da edifici pubblici e la violenza
diffusa le motivazioni che hanno spinto alla fuga” spiegano alla
MISNA fonti umanitarie somale. La gente ha continuato a lasciare
Mogadiscio anche dopo la tregua raggiunta la scorsa settimana tra l’esercito
etiope e gli anziani del clan Hawiye. Da mercoledì, poi,
le partenze sono riprese con più frequenza, a causa dei combattimenti
sporadici che da tre giorni proseguono ad intermittenza nella zona nord
della città. Anche oggi colpi di artiglieria e di armi da fuoco
sono risuonati nella zona compresa tra gli hotel Ramadan e Kaah, nel nord
della città non lontano dallo Stadio. Non è ancora chiaro
chi siano i protagonisti di queste scaramucce, che comunque finora hanno
coinvolto soprattutto le milizie fedeli al governo di transizione e, solo
in misura minore i soldati etiopi loro alleati. Secondo un bilancio fornito
alla MISNA da fonti sanitarie locali almeno 6 persone sono morte e quasi
una cinquantina sono rimaste ferite nelle sparatorie degli ultimi tre
giorni. I combattimenti, tuttavia, non sembrano, almeno per il
momento, minacciare in modo particolare la fragile tregua raggiunta nei
giorni scorsi tra l’esercito etiope e il clan Hawiye, che starebbero
proseguendo a negoziare. [MZ] |
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