SOMALIA 13/4/2007 18.10 |
MOGADISCIO: BRACCIO DI
FERRO GOVERNO-ONU PER AIUTI ALIMENTARI |
È
un vero e proprio braccio di ferro diplomatico quello in corso
da alcuni giorni tra le Nazioni Unite e il governo di transizione somalo
(Tfg) per la consegna di alcune tonnellate di aiuti in cibo alla popolazione
civile di Mogadiscio. Secondo informazioni raccolte dalla MISNA
tra il personale dell’Onu che si occupa di Somalia, un fitto scambio
di missive è in corso da giorni tra i massimi esponenti del governo
di transizione e i principali responsabili dell’Onu per la Somalia.
Il governo, infatti, avrebbe posto una serie di condizioni molto precise
per la consegna di centinaia di tonnellate di aiuti in cibo alle migliaia
di persone che nelle ultime settimane sono fuggite da Mogadiscio e che
sono accampate in condizioni di fortuna ad Afgoye (circa 30 chilometri
da Mogadiscio) o in altre località circostanti. “In una lettera
firmata dal primo ministro Mohamed Ali Gedi, il governo di fatto
chiedeva la totale gestione della distribuzione degli aiuti in cibo destinati
alla popolazione. La nota conteneva numerose indicazioni e impediva l’atterraggio
degli aerei con gli aiuti in una serie di aeroporti somali”
spiega alla MISNA una fonte umanitaria che ha chiesto di restare anonima,
precisando che i vertici dell’Onu hanno risposto chiedendo
spiegazioni e rivendicando la necessità di distribuire in prima
persona gli aiuti date le difficoltà che il governo potrebbe incontrare
nelle operazioni di consegna. La situazione però sembra
essere ‘degenerata’ nelle ultime ore. In una conferenza stampa
tenuta stamani a Mogadiscio, il ministro degli Interni Mohamed
Mohamud Guled ha accusato non meglio precisate “agenzie umanitarie
internazionali” di consegnare “cibo scaduto”,
motivo per cui la consegna degli aiuti alimentari sarebbe stata sospesa.
Il Tfg avrebbe inoltre chiesto di ispezionare gli aiuti prima della consegna.
Da parte sua il Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp) ha denunciato
oggi la mancata consegna di 320 tonnellate di cibo agli sfollati di Afgoye,
dopo che a un posto di blocco governativo il convoglio di camion con gli
aiuti è stato costretto a fare retromarcia. “Vista
la situazione attuale a Mogadiscio, gli aiuti alimentari possono
diventare una formidabile arma politica per un governo che, ogni giorno
che passa, rischia di perdere sempre più la propria legittimità”
dice alla MISNA una fonte umanitaria contattata a Mogadiscio. “Non
so – aggiunge - se il cibo era scaduto o meno, ma è certo
che utilizzare la distribuzione degli aiuti a fini politici non sarebbe
una novità per Somalia”. “Speriamo solo che lo stallo
si risolva rapidamente perché il rischio di malnutrizione tra gli
sfollati è molto concreto” conclude la fonte della
MISNA. [MZ] |
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