QUINTO GIORNO
DI COMBATTIMENTI A MOGADISCIO |
Continuano i combattimenti
a Mogadiscio per il quinto giorno consecutivo: almeno cinque civili sono
morti e una decina feriti questa mattina - secondo quanto riferisce l’emittente
somala Radio Shabelle - nei quartieri di Shibis e Suq Ba’ad, presi
tra il fuoco incrociato mentre stavano cercando unirsi alle centinaia
di persone che stanno anche oggi fuggendo dalla città. Le truppe
etiopi, alleate del governo di transizione somalo, hanno ripreso a lanciare
colpi di artiglieria pesante dalle loro postazioni, nei pressi del Palazzo
presidenziale, nel sud della città, verso i quartieri a nord, roccaforte
dei miliziani somali, in particolare sarebbe sotto bersaglio il quartiere
di Jamhuriah. Difficile dare un bilancio delle vittime nel fine settimana,
anche perché i combattenti non rendono noto il numero dei loro
caduti: secondo fonti giornalistiche internazionali, sabato sarebbero
morte oltre 70 persone e una cinquantina domenica, ma qualunque sia il
numero esatto è certamente alto. Ieri il presidente del consiglio
italiano Romano Prodi in visita a Riad, in Arabia Saudita,
ha lanciato un monito sulla necessità di fare qualcosa per la Somalia,
ex colonia italiana e poi sotto amministrazione fiduciaria dell’Italia
su richiesta dell’Onu dal 1950 e all’indipendenza nel 1960.
“L'Italia non può distrarsi sulla Somalia, abbiamo
il dovere di essere attenti” ha detto Prodi esprimendo “preoccupazione”
per quanto sta accadendo nel paese. “È chiaro - ha aggiunto
- che un ennesimo focolaio di crisi si è aperto”. [BF] |
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