Non l’ho ancora incontrata. Di lei so solo ciò che il sindaco ed il titolare di un piccolo negozio di alimentari mi hanno raccontato. Vedova; un figlio in speranza di lavoro nella lontana Nairobi. Lei è portatrice di esiti invalidanti agli arti inferiori, dovuti alla poliomielite contratta in giovane età. Le torrenziali piogge di questi giorni, le hanno letteralmente spazzato via la capanna di fango, legna e paglia: una comune casa tradizionale, come tutte le altre. La comunità, con il nostro appoggio economico, le sta ricostruendo l’abitazione. Non è tutto questo, ciò che mi ha fatto riflettere, bensì ciò che è successo appena le sono stati dati pochi soldi per comprarsi del cibo. Si è recata nel piccolo negozio del mercato e, come prima cosa, ha detto al proprietario 480 scellini che suo figlio, prima di partire per Nairobi, aveva lasciato lì come conto in sospeso ancora da onorare. Si tratta di poco più di 12.000-vecchie lire italiane. Il negoziante neppure lo ricordava; ma controllando nei suoi registri, risultava tutto proprio vero. Il debito risaliva ad oltre due anni prima. Solo dopo avere pagato il dovuto; ha fatto la sua nuova spesa.
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