FONTI IDRICHE

Le fonti idriche a disposizione della popolazione locale sono: i pozzi superficiali, i pozzi di profondità, gl'invasi per la raccolta delle acque piovane e le fonti minori.

 

I pozzi superficiali, scavati a mano per qualche metro di profondità per un diametro di circa due metri, rappresentano una fonte idrica tradizionale molto diffusa nel distretto. L'acqua viene raccolta con secchi e taniche dalle persone che si calano all'interno del pozzo. Queste risorse danno una portata limitata (in media 1-2 m3/giorno) e in presenza di siccità prolungate molti si seccano. Quasi tutti appartengono alla famiglia che ne ha iniziato lo scavo e che si occupa anche di gestirli. Solo il 7% del territorio del distretto è compreso in un raggio di 5 km dai pozzi superficiali, vale a dire entro quello che si considera il limite di accessibilità ai residenti (10 km rappresenta invece la distanza limite da un abbeveratoio per il bestiame).

 

I pozzi di profondità sono trivellazioni comprese di solito tra i 40 e i 100 m. Sono equipaggiati con pompe a mano, a vento o azionate da un generatore. Nell'area di Sololo sono stati trivellati decine di pozzi profondi a partire dagli anni '50, in parte scavati dal governo, in parte da imprese private impegnate in lavori stradali (la Great North Road - A2 - che collega Marsabit a Moyale, da dove entra in Etiopia), in parte originati da interventi di cooperazione internazionale. Attualmente nella zona del progetto permangono solo 12 pozzi attivi, a conferma della sfavorevole configurazione del sottosuolo a faglie fratturate. Gli altri 5 pozzi in zona non vengono considerati in questo progetto in quanto o di servizio al SCO (tre pozzi) oppure perché che sono gli unici a non avere problemi (i due pozzi di Walda, che per inciso sono anche i più produttivi). I restanti 12 sono distribuiti tra Sololo e alcuni villaggi limitrofi (Tabella pag. 23). I pozzi di profondità permangono produttivi tutto l'anno e la loro acqua è di buona qualità. Soltanto il 7% del territorio del distretto è compreso in un raggio di 5 km da queste fonti idriche perenni.

 

Gli invasi sono strutture più o meno ampie costruite dall'uomo per la raccolta dell'acqua piovana (silanche o aro in lingua locale). Ne esistono due tipologie di base: nel primo modello il bacino è costruito ai piedi di pareti o affioramenti rocciosi che fungono da collettori (rock catchment); nel secondo caso si innalza un argine fuori terra che viene chiuso a formare un bacino più o meno grande. Quasi tutti si esauriscono entro 2-3 mesi dal termine delle piogge, sia per il consumo, che per la forte evaporazione (2.600 mm/anno). Solo il 16% del distretto è compreso in un raggio di 5 km da queste fonti idriche.

Tra le fonti idriche minori vi sono le rare sorgenti, quasi tutte esaurite in seguito alle ultime siccità, e alcuni torrenti temporanei (uadi), che sono attivi per brevi periodi subito dopo le piogge.

 

Le necessità idriche sono evidenziate correttamente nel piano del Governo, ma gli interventi proposti devono confrontarsi con l'inadeguatezza delle risorse tecniche e finanziarie disponibili. Il piano governativo prevede la copertura dei costi condivisa tra governo e ONG straniere, alle quali è spesso affidato anche il compito di realizzare i progetti stessi.  


Gestione delle fonti idriche 

Per quanto riguarda la gestione delle singole risorse idriche, quelle tradizionali (pozzi superficiali e invasi) sono amministrate con i metodi tradizionali propri dell'etnia borana come descritto qui di seguito. Fanno eccezione i pozzi profondi, che presentano un sistema differente dovuto al fatto che la loro acqua viene ceduta a pagamento.

L'accesso ai pozzi superficiali è solitamente riservato alla famiglia proprietaria e a quelle dei loro parenti e amici. L'acqua è gratuita, in cambio si richiede la partecipazione ai lavori di manutenzione. Non si riscontano normalmente problemi di gestione.

Anche l'acqua degli invasi, utilizzata sia per il consumo umano, che per abbeverare il bestiame, non viene fatta pagare, con l'unica eccezione del Buqele rock catchment di Sololo. Gli invasi sono di proprietà della comunità che li ha realizzati e che provvede alla loro manutenzione. L'accesso è consentito a tutta la comunità e ai non residenti che ne facciano richiesta, previo accordo con i responsabili (abaherega in lingua locale).

Ogni pozzo di profondità, invece, è gestito da un apposito comitato MC (Management Committee,) eletto dagli abitanti della comunità presso la quale si trova il pozzo di cui è proprietaria, riuniti in un'associazione di utenti WUA (Water Users Association,), dotata di un proprio statuto e regolamento, per quanto raramente applicato.
Il MC è in genere composto da una decina di persone che si suddividono i compiti di presidente, tesoriere e segretario, nonché quelli di operatori del pozzo per la distribuzione dell'acqua e la raccolta degli incassi. I MC sono controllati dagli uffici governativi di Moyale MoWRD, che in caso di cattiva gestione interviene sciogliendoli e indicendo nuove elezioni.
L'acqua viene ceduta a pagamento per coprire le spese di gestione (personale addetto alla pompa, gasolio se c'è il generatore) e di manutenzione (ricambi, riparazioni).
Le tariffe sono differenziate tra residenti e non residenti, che di solito pagano il doppio. L'acqua per il consumo umano è venduta in taniche da 20/ litri al costo medio di 1 KSh (0,012 €) per tanica. L'acqua per abbeverare gli animali si paga in ragione della loro taglia: 0,5-1 KSh le capre, 2-3 i bovini, 3-5 i cammelli.
Non viene chiesto denaro per abbeverare gli animali giovani.
Questi prezzi sono stati fissati in modo arbitrario, vale a dire senza basarsi sull'analisi degli effettivi costi di gestione.

Durante i periodi di siccità lo sfruttamento di queste fonti idriche aumenta notevolmente, sottoponendo la gestione a un grosso sforzo per il maggiore carico di lavoro, in particolare la raccolta dei pagamenti e la manutenzione.

Le gravissime siccità degli anni scorsi hanno messo in moto diversi interventi di soccorso internazionale e non, in favore della popolazione locale. Dal momento che queste azioni sono state intraprese in un contesto d'emergenza idrica, il loro intervento è risultato spesso insufficiente a fornire le conoscenze adeguate per assicurare una efficiente gestione di queste risorse preziose al termine dell'emergenza.

---------------------------------------------------------------------------------------

Il CCM ha partecipato alle iniziative per alleviare queste crisi con diversi interventi. In particolare, ha attivato una serie di forniture d'emergenza con acqua prelevata dal pozzo di Walda mediante autobotti, la costruzione di vasche di stoccaggio, la perforazione di alcuni nuovi pozzi, la riparazione di altri fuori uso e la fornitura dei primi sistemi di raccolta di acqua meteorica.

Questi sforzi hanno avuto un impatto positivo presso la popolazione, rafforzando l'apprezzamento del CCM e consolidando il clima di fiducia, che ha agevolato la successiva fase di elaborazione della  proposta di Progetto attualmente alla valutazione del MAE, discusso a fondo con i rappresentanti locali in diversi incontri.