KENIA 20/1/2007 |
FORUM
SOCIALE MONDIALE, |
MARCIA
DELLA PACE PER "UN'ALTRA AFRICA" |
(da
Nairobi) - Portano otri di coccio sulla testa, avvolte in vestiti cangianti
di tinte verdi a fiori: "Con questi vasi di solito trasportiamo l'acqua
negli slum, dopo averla comprata a caro prezzo" dice alla MISNA Susan
Onjango, che insieme ad altre donne proviene dal quartiere di Sharui Mojo.
"Dove l'acqua - aggiunge - non e' ancora un diritto e per questo
oggi chiediamo che sia gratuita anche in tutte le baraccopoli". Camminano
lente nel mezzo del lungo serpentone che dallo slum più grande
di Nairobi - Kibera - stamani ha raggiunto Uhuru Park per la manifestazione
d'apertura del Forum. Una Marcia non solo per la pace: "We are marching
for water", “marciamo per l'acqua" scandisce con ritmo
un gruppo di ragazze del quartiere di Riruta, altro insediamento illegale
della capitale del Kenya. "E' straordinario che la manifestazione
sia partita da Kibera, che da simbolo di violenza può diventare
simbolo di pace anche a livello locale" dice alla MISNA padre Renato
'Kizito' Sesana, missionario comboniano, attorniato da decine di ragazzi
e bambini con le magliette bianche e la scritta azzurra della comunità
di Koinonia, che ormai conta cinque case di accoglienza per bambini di
strada in diversi quartieri di Nairobi. Poco lontano spicca una grande
bandiera della Repubblica democratica del Congo: "La rinascita dell'Africa
può iniziare dal nostro paese" si dice convinto Mafolo Ladha,
responsabile di una rete di associazioni della società civile di
Kinshasa. "Siamo qui per dire che abbiamo finalmente chiuso con la
guerra in Congo, ora ci consideriamo nella grande famiglia della democrazia"
aggiunge, mentre il coloratissimo corteo si immette su Ngong Road, sfiorando
lussuose residenze e alcune ambasciate. "Dall'Iraq alla Palestina
ogni occupazione è un crimine" è lo slogan di un gruppo
che sventola un drappo palestinese. "Vogliamo usare tutti i mezzi
non violenti per promuovere i valori dei diritti umani e per chiedere
la fine dell'occupazione israeliana" spiega alla MISNA Nidal Abu
Zuluf, di Betleme. "La soluzione del conflitto israeliano-palestinese
è centrale per portare la pace in Medio Oriente" sottolinea.
Ultima discesa, si intravede Uhuru Park. Un camion stracarico di giovani
dell'Africa Peace Point di Kibera apre la lunga colonna cantando l'immancabile
"Akuna Matata", 'nessun problema' in Kiswahili, nemmeno di fronte
alle ingiustizie che l'Africa vuole superare. Un grande applauso quasi
di sorpresa accoglie sul palcoscenico del parco Kenneth Kaunda, 83 anni,
primo presidente dello Zambia e considerato dagli africani uno dei 'padri'
dell'indipendenza dopo la lotta coloniale. "Questo nostro incontro
- dice In un microfono che ne amplifica la voce non stentorea - è
per dimostrare che siamo tutti uguali e che insieme possiamo sconfiggere
il male". A una domanda della MISNA - mentre decine di giovani lo
attorniano per stringergli la mano - risponde: "E' semplicemente
fantastico vedere tutte queste persone che chiedono pace e un mondo diverso".
Difficile contarle, mentre prendono posto sugli spalti collinosi del 'parco
della Libertà' di Nairobi. E' ormai una festa, con un auditorium
d'erba dal quale la fiumana di partecipanti al Forum - soprattutto africani,
dall'associazione dei taxi-bike del Kenya ai masai con le loro perline
di plastica colorata - contrasta con lo skyline di Nairobi e i suoi grattacieli
sullo sfondo. "L'Africa non sta morendo, l'Africa non è solo
malattie" urla quasi nel microfono Wahu Kaara, sindacalista keniana.
"Un'Africa senza Aids è possibile - grida davanti alle migliaia
che l'ascoltano ma che pure danzano e cantano - e non ci dicano che è
solo una malattia. Sappiamo che l'Aids è anche uno strumento di
controllo economico". Enough is enough, aggiunge, "il
troppo è troppo e ora vogliamo dirlo al mondo". [EB] |
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