Il territorio del Distretto di Moyale è caratterizzato a Nord dalle pendici degli
altipiani Etiopi intorno ai 700 m sul livello del mare (s.l.m.) e la pianura
arida a sud a 550 metri s.l.m[1] .
Il clima è condizionato da una temperatura compresa
tra 16° e 35°C[2]
dove la stagione più calda si verifica tra
settembre e marzo. Le zone più "fresche" si trovano nelle aree con
l'altitudine maggiore. Le precipitazioni si verificano
in due principali periodi dell'anno: le "piogge lunghe" tra aprile e giugno
con valori tra 200-400 mma, le "piogge corte" tra novembre
e dicembre con precipitazioni di 100-250 mma.
Il suolo della fascia pedemontana
è poco permeabile e l'acqua piovana scorre in superficie incanalandosi
nei laga, fiumi stagionali secchi
per la maggior parte dell'anno. La popolazione ha costruito delle barriere
di argilla ai piedi dei rilievi che trattengono
l'acqua formando dei piccoli stagni artificiali chiamati silanghe,
che sono importanti riserve di acqua per la popolazione, gli animali domestici
e selvatici. Le silanche si esauriscono dopo 1-4
mesi.
Le falde acquifere sono alimentate prevalentemente dalle
piogge sull'altopiano etiope e dalla condensazione delle nuvole contro i rilievi.
La portata è condizionata dalla profondità della falda e dalla
geologia del territorio. Il basamento roccioso che scorre a pochi metri dalla
superficie favorisce la progressiva evapotraspirazione (2.200-2.600 mm/anno[3])
dell'acqua dagli altipiani verso la pianura. Oltre a diminuire la portata,
l'acqua si arricchisce di sali fino a diventare salmastra e quindi inutilizzabile
sia per uso potabile che per fini agricoli. Le falde più ricche (Walda
e Rawana) si trovano lungo delle linee di frattura
del basamento roccioso dove l'acqua penetra scorrendo
in profondità e risente meno dell'evapotraspirazione.
Secondo le testimonianze degli anziani, prima dell'indipendenza
del Kenya (1963), il territorio era coperto da una vegetazione di tipo erboso
e di buona qualità per il pascolo. Solo negli ultimi vent'anni
il paesaggio è cambiato con la crescita di piante spinose che è iniziata prima sulle pendici delle montagne per
proseguire nella pianura sostituendo in tempi relativamente rapidi l'ecosistema
precedente.
Con la crescita demografica e la formazione di centri
permanenti è aumentato lo sfruttamento delle
risorse ambientali dei territori pedemontani.
La richiesta di legname per la costruzione delle capanne
e per cucinare ha iniziato un degrado del territorio che si manifesta nell'erosione
dei versanti e nel degrado delle risorse idriche. Alcuni maestri e Chiefs
(responsabili amministrativi del villaggio) stanno conducendo autonomamente
una campagna di sensibilizzazione nelle scuole
e nei villaggi per sensibilizzare la popolazione contro uno sfruttamento indiscriminato
del territorio. Alcune aree sulle pendici delle montagne sono state interdette
al pascolo e accanto alla silanga di Sololo è
stato realizzato un piccolo vivaio per ripiantare i versanti delle montagne.
L'ultimo censimento è stato eseguito nel 1999,
ma i dati non corrispondono con le testimonianze raccolte dai Chiefs,
i responsabili dei villaggi intervistati nell'agosto 2001 forniscono valori
più alti. Secondo il District Planning
Unit di Moyale, la crescita
della popolazione è stimata essere del 2,46% (1996) nell'intero distretto.
La struttura della popolazione secondo le stime del District
Planning Unit è formata in maggioranza
da persone di età compresa tra 0-19 anni,
con una prevalenza dei maschi rispetto alle femmine. Dai 20 ai 44 anni molti
ragazzi emigrano in cerca di lavoro o per motivi di studio e la classe di
età vede le femmine in maggioranza soprattutto nelle aree rurali.
La popolazione anziana di ultra settantenni è
5,3% della popolazione tra 0-19 anni. “L’estesa famiglia africana”
è ancora diffusa. La grandezza media dei nuclei famigliari conviventi
è di 6-8 unità e non differisce significativamente nei vari
villaggi.
La popolazione si concentra maggiormente nella fascia
pedemontana a ridosso del confine dove passa la
pista di collegamento Nairobi-Adis Abeba e dove
sono presenti le risorse idriche attive per tutto l'anno.
Bestiame:
Il distretto di Moyale si
basa prevalentemente sull'allevamento di mucche, capre, pecore, cammelli e
asini. Non esistono dati attendibili sull’ammontare totale dei capi
di bestiame, ma stime recenti parlano di ….bovini, capre, pecore, cammelli,
asini
La pastorizia è praticata nel rispetto delle
tradizioni locali sfruttando periodicamente i pascoli a seconda delle stagioni secche o delle piogge.
Durante il periodo delle piogge (novembre-dicembre e
aprile-giugno) quando sono attive tutte le riserve idriche, una parte della
popolazione si sposta con le mandrie più numerose verso i pascoli più
lontani dai centri abitati. Con l'avanzare della stagione secca (gennaio-marzo
e luglio-ottobre) le risorse idriche si esauriscono progressivamente e i pastori
portano le mandrie verso i pochi punti con acqua disponibile tutto l'anno.
I Borana hanno radicate abitudini tradizionali legate alla migrazione delle
mandrie. Essi non considerano il bestiame secondo criteri strettamente commerciali
ed attribuiscono una grande importanza sociale alla quantità dei bovini
posseduti. Le recenti catastrofi climatiche con le malattie del bestiame continuano
a causare gravissime perdite dovute anche alla mancanza di servizi veterinari.
Gran parte del bestiame di cui si fa commercio viene
venduto nella città di Moyale. Non esiste
un vero e proprio sistema organizzato di commercio e gran parte del mercato
è gestito da agenti che fissano i prezzi a loro piacimento.
Il bestiame venduto al mercato di Moyale ha un valore diverso relativamente
al suo stato di salute e quindi alle condizioni dei pascoli. Nelle
stagioni delle piogge gli animali sono in buone condizioni, molti sono portati
ai pascoli lontani, il numero dei capi venduti è basso e i prezzi di
vendita sono più alti rispetto alla stagione secca quando gli animali
si concentrano in poche aree, sono deperiti e molti pastori sono costretti
a vendere.
Agricoltura:
Nelle zone più alte verso le pendici dell'altopiano
etiope, si è sviluppata un'agricoltura su superfici limitate attorno
ai centri urbani ormai stabili da dove solo una parte della popolazione migra
con le mandrie. La produzione riguarda mais, fagioli, frutta e ortaggi, ma
la quantità prodotta per la vendita non soddisfa
il fabbisogno della popolazione del distretto che riceve periodicamente aiuti
umanitari come mais e olio. Non esistono grandi proprietari terrieri essendo
quasi tutta la terra posseduta dalla collettività per diritto tradizionale
di occupazione. Il terreno è preparato esclusivamente
per mezzo di strumenti a mano e talvolta con l’ausilio dei buoi o dei
cammelli per arare. Non è mai stato attuato un vero e proprio programma
agricolo.
Commercio:
Le siccità, come quella del 1992, hanno
conseguenze pesanti nell'economia del distretto e occorrono almeno quattro
anni per ritornare alle condizioni precedenti.
ALLEVAMENTO
E PRODUZIONE AGRICOLA - MOYALE - |
||||||
|
1991 |
1992 |
1993 |
1994 |
1995 |
|
Bovini |
45.000 |
10.000 |
1.500 |
5.000 |
15.000 |
|
Cammelli |
8.000 |
7.000 |
5.000 |
6.000 |
8.000 |
|
Ovini-caprini |
2.750 |
2.250 |
1.000 |
1.500 |
2.250 |
|
Asini |
800 |
750 |
600 |
1.500 |
1.800 |
|
Mais
|
Produzione/ha |
1.72 |
0.26 |
1.1 |
0.9 |
1.08 |
Fagioli |
Produzione/ha |
0.53 |
0.15 |
0.54 |
0.60 |
0.65 |
Fonte:
Stime dei District Agricolture Office e District Livestock Office,
Moyale, 1996.
Uno tra i più seri ostacoli allo sviluppo economico,
causa della estensione e del relativo isolamento della regione,
è la inadeguatezza del sistema dei trasporti e comunicazioni.
Il commercio si è sviluppato nei centri di Sololo
Makutano, Sololo Ramata,
Moyale e in pochi altri villaggi sorti lungo la
A2. Le merci vendute provengono dal sud del Kenya e dall'Etiopia. I
prezzi variano in base alle condizioni della pista, nel periodo delle piogge
le strade sono spesso danneggiate dai corsi di acqua
in piena e le zone del nord Kenya restano isolate anche per settimane. La
moneta è presente soprattutto nei centri più grandi come Moyale
e Sololo Ramata, in molti villaggi è usato
frequentemente lo scambio di bestiame per le merci. L'unico mercato del bestiame
è collocato a Moyale e non è un
mercato riconosciuto ufficialmente. Sololo Ramata
sta realizzando ultimamente un proprio mercato del bestiame che sia di riferimento per la Obbu
e la Uran Division.
L'economia pastorizia della popolazione del Distretto
di Moyale era integrata
dagli scambi di prodotti soprattutto agricoli degli alti piani etiopi e i
vantaggi erano reciproci. Dal gennaio 1999, con la caduta di Menghistu,
il confine con l'Etiopia è praticamente
chiuso con gravi ripercussioni sulle due popolazioni. La chiusura verso gli
altipiani ha determinato anche il mancato accesso a numerose fonti idriche
e ai pascoli che un tempo accoglievano le mandrie
del Kenya nei momenti di siccità.
Nei villaggi si sono costituiti negli anni '90, alcune
associazioni di donne (Women Groups) che hanno sviluppato alcune attività commerciali
locali come la vendita di carne, pane, la macinatura del mais e la produzione
di mattoni di argilla. Alcuni Women
Groups e Youth Groups
si dedicano alla coltivazione di appezzamenti di
terra, ma il successo dell'attività è fortemente condizionato
dalle piogge.
Istruzione:
Lo sviluppo economico è strettamente correlato
all’istruzione. In genere l’istruzione è considerata come
un investimento in risorse umane che fa maturare la sua resa a lunga scadenza.
Le attuali strutture di insegnamento
sono molto scarse. Assenti quelle di formazione tecnica. Bassa, quindi, la disponibilità di personale qualificato
nell’area.
Nel distretto di Moyale
vivono in maggioranza i Borana, a est si trovano i Degodia e
gli Adjuran, a sud i Rendille e i Samburu, a ovest
i Gabbra e a Nord oltre il confine, gli Oromo,
il nome etiope dei Borana.
Dalla caduta di Menghistu
la chiusura non ufficiale del confine attuata dai Tigrini
al potere in Etiopia ha comportato una serie di disordini in quanto gli Oromo, che sono
la maggioranza, contestano l'autorità governativa. Secondo la polizia
etiope, alcune basi di appoggio all'Oromo
Liberation Front si trovano nei villaggi della
Obbu Division. In passato sono stati denunciati alle autorità
kenyote diversi episodi di aggressioni e abusi effettuati da militari etiopi in
territorio kenyota ai danni della popolazione
della Obbu e Uran Division.
Il gettito fiscale governativo è esiguo anche
per il rifiuto delle tasse. Queste, per i Borana, sono già presenti e rispettate nella loro
legge tradizionale di solidarietà tribale.
La politica del governo è volta a garantire servizi
sanitari gratuiti; ma le risorse finanziarie possono solo coprire fino ad
un certo punto le spese per un programma di medicina primaria a livello periferico,
anche se ridotto ai minimi termini.
Di conseguenza, la politica governativa è quella
di favorire i programmi delle “comunità autosufficienti”,
seppure con la sua supervisione di coordinamento ad evitare doppioni e a favorire
l’integrazione.
Questa politica è la base anche del programma
di tutela primaria della salute a livello della
comunità.
Lo sviluppo sociale ed economico, per le loro interdipendenze,
debbono procedere di pari passo ed il programma
di PHC deve basarsi sui dati politici, economici e sociali.
L’attività sanitaria della PHC dovrebbe essere di routine anche nelle zone rurali.