Violenze in Kenya |
P. Janito Joseph Aldrin Palacios, missionario comboniano |
Gli eventi narrati sono stati riportati da P. Mariano Tibaldo con la testimonianza di P. John Kofi Tasiame. |
Il 12 luglio, alle 7.30 di mattina, P. Janito Joseph Aldrin Palacios aveva lasciato Sololo per recarsi ad un incontro a Marsabit con 2 catechisti, le loro mogli e i loro bambini: dieci persone in tutto. Non sapevano che quella stessa mattina un gruppo di Borana aveva attaccato il villaggio di Torbi ed una zona della parrocchia di Sololo, uccidendo 21 persone della tribù dei Gabbra, comprese donne e bambini, e ferendone molte altre. Durante il viaggio, vennero a sapere della strage. Ricevettero anche altre notizie, ma erano piuttosto incerte e frammentarie. Rendendosi conto che la situazione era confusa e pericolosa, P. Aldrin chiese ai compagni di viaggio se intendevano proseguire. Alla loro risposta affermativa, continuò il viaggio verso Marsabit. A Bobisa si trovarono davanti un improvvisato posto di blocco organizzato dalla gente del posto. P. Aldrin si fermò e scese dalla macchina, spiegando loro che era un sacerdote missionario come quelli della zona, che la gente conosceva, sottolineando che le persone che viaggiavano con lui erano dei cristiani. Intanto un gruppo molto numeroso di gente del villaggio si dirigeva dalla sua parte, mentre quelli del posto di blocco avevano incominciato ad accusare le persone che erano con P. Aldrin di aver ucciso la loro gente, perché anche loro erano dei Borana. P. Aldrin, vedendo che la situazione diventava insostenibile, saltò in macchina per cercare di fuggire, ma subito un camion gli tagliò la strada. Fu colpito con un grosso bastone, trascinato violentemente fuori della macchina e preso a calci. Alcuni anziani lo costrinsero ad inginocchiarsi e a guardare come avrebbero ucciso i “suoi” Borana. P. Aldrin provò ancora ad avvicinarsi alla macchina, oramai circondata da molta gente che aveva cominciato a scagliare pietre. I due catechisti, le donne e i bambini furono trascinati fuori dalla macchina e uccisi. I loro corpi vennero poi portati e abbandonati nel deserto. Intanto P. Aldrin era stato messo dentro una cappella che si trovava nelle vicinanze. Gli anziani volevano ucciderlo, ma le donne e i giovani si opposero. Per caso arrivò un bianco diretto a Marsabit e che aveva avuto un guasto alla motocicletta. P. Aldrin gli diede le chiavi della sua macchina, chiedendogli di avvertire P. António Alexandre da Rocha Ferreira o il vescovo. Così i suoi confratelli furono messi al corrente dell’accaduto quello stesso giorno. I Comboniani di Marsabit, vedendo come era stata ridotta l’automobile di P. Aldrin, rimasero sconcertati, ma non poterono andare immediatamente a soccorrerlo per il sopraggiungere della notte. La mattina dopo, P. Alex e la Comboniana Sr. Maria Elisabete Lourenço Almendra si recarono a Bobisa e riuscirono a portare con loro P. Aldrin. P. Alex più tardi andò a raccogliere i corpi dei catechisti e delle loro famiglie per riportarli ai loro villaggi. |
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