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 L’area di Sololo è caratterizzata da numerose criticità
la cui risoluzione complessiva supera le nostre capacità di intervento; trattandosi di un’area geograficamente remota rispetto al più sviluppato sud del Kenya, il distretto di Sololo è ancora lontano dal beneficiare degli effetti positivi dei numerosi progetti di sviluppo infrastrutturale del Kenya.
Nonostante questa considerazione, l’esperienza accumulata ha permesso a CIPAD di individuare e attivare nel tempo programmi in grado di influenzare positivamente la condizione di privazione dei diritti a cui sono esposti i minori orfani e/o vulnerabili di questa area.
Alcune tra le principali problematiche aperte e che giustificano ancora oggi la presenza del “Progetto-Sololo” nell’area sono:
- l’insicurezza alimentare,
- la scarsità di acqua,
- l’estrema e diffusa povertà,
- la crisi dei modelli sociali tradizionali,
- la crisi del modello economico pastorale conseguente al cambiamento climatico,
- il marcato isolamento logistico dall’economicamente più vivace sud del Kenya e
- l’ancora alto tasso di mortalità per i bambini di età inferiore ai 5 anni per cause correlabili alla povertà.

Le fasce deboli del distretto di Sololo, a partire dai minori, vivono oggi una condizione di estrema fragilità che richiede l’intervento di attori esterni che assicurino al bambino una crescita sana per un futuro più certo.

Il “Progetto-Sololo” sta già attualmente garantendo sostegno in termini di accesso all’istruzione, ai servizi sanitari e nutrizionali a 120 famiglie (200 adulti e circa 900 bambini), e la presente proposta intende concentrarsi sull’avvio di piccole attività generatrici di reddito.

Questa proposta rappresenta il primo “progetto pilota” finalizzato al miglioramento delle condizioni economiche dei nuclei famigliari sostenuti.
La proposta matura solo oggi in funzione dei piccoli mutamenti demografici e economici che hanno caratterizzato l’area di intervento negli ultimi anni.
L’avvenuto riconoscimento di Sololo quale “distretto amministrativo” da parte delle autorità nazionali keniane ha infatti fatto confluire nel villaggio numerose nuove cariche politico-amministrative e, con loro, numerose altre persone non autoctone. La presenza di questa nuova fascia di popolazione, caratterizzata da un potere di acquisto nettamente maggiore rispetto alla comunità locale, ha di fatto aumentato la domanda di prodotti e servizi scarsamente reperibili a Sololo. In funzione di questa riflessione, il presente progetto intende promuovere delle opportunità di accesso al mercato del lavoro per una cerchia ristretta di attuali beneficiari del “Progetto Sololo”.

La presente proposta prevede l’acquisto di bestie da soma da adibire al trasporto conto terzi di legna, carbone, congregato e acqua.

L’azione prevede di mettere alcuni nuclei famigliari nelle condizioni di potersi offrire come “trasportatori” per questi piccoli beni. L’attività, che prevede un pagamento in termini di “noleggio del servizio” da parte dell’acquirente, permetterà ai nuclei famigliari coinvolti di lavorare su base quotidiana e di accedere quindi a una fonte minima di reddito che li renderà maggiormente autonomi rispetto ai servizi garantiti loro oggi dal “Progetto Sololo”. In particolare, ci si attende che l’attività migliori il potere di acquisto per il consumo quotidiano di cibo a livello famigliare. L’indicatore principale di questo risultato sarà infatti l’evidenza di una maggiore autonomia nell’ambito dell’approvvigionamento di cibo nelle famiglie coinvolte.

Per questo progetto è stata formulata specifica richesta di un contributo anche al Fondo OPM della Chiesa Valdese, che in passato si è già dimostrato sensibile a queste problematiche intervenendo in aiuto con significativi contributi.

Trattandosi del primo progetto direttamente centrato sull’avvio di attività generatrici di reddito, la controparte CIPAD ha svolto un accurata selezione dei beneficiari e ha reputato strategico iniziare il progetto coinvolgendo solo poche famiglie con le caratteristiche idonee a un tale coinvolgimento. Auspicabilmente, a termine dei 12 mesi di progettualità, CIPAD potrà estendere le buone pratiche ad altre famiglie con minori vulnerabili in carico.

A chiunque venisse la voglia di portare una carota all’asino che vorrà donare al Progetto-Sololo, CIPAD garantisce la propria costante accoglienza ed assistenza in loco.



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