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- Il numero dei letti disponibili è oggettivamente troppo ridotto. Obbliga a tralasciare ricoveri necessari; dimettere anzitempo; promiscuità di situazioni; … Basta osservare la casistica: il cesareo è all’ordine del 40% di tutti gli interventi chirurgici che sono oltre 600 in un anno, su di un totale di circa 1.800 ricoveri, ove non sono conteggiati i circa 5.000 parti ambulatoriali. Come si vede l’incidenza del cesareo è molto bassa in percentuale; ma in numero assoluto si arriva a punte di 4 – 5 interventi del genere in un solo giorno. Anche se la dimissione avviene poi in 3° o 4° giornata, il numero di 15 posti letto disponibili per il totale dei post-operati è sovente più che saturato.
- I parti naturali sono assistiti in regime ambulatoriale. Il loro numero elevatissimo, fa ritenere impossibile che non esistano complicanze post-partum che si realizzino poi lontano dalla struttura d’assistenza. Si valuti la possibilità di un reparto “fisarmonica” da utilizzarsi durante la presenza degli specialisti, es. fistole vescico-vaginali, e che sia utilizzato di norma per l’osservazioni delle situazioni a rischio. Se non è possibile un reale aumento dei posti letto; prevedere almeno questo luogo protetto d’osservazione.

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