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Comprendo il disorientamento dell’africano. Quest’individuo cerca di sopravvivere ricercando le sicurezze nel passato atavico. Verifica lo sfaldarsi della tradizione e non trova più in essa, poichè non ve ne possono essere, le necessarie risposte ai nuovi problemi emergenti dall’ambiente-contesto in rapido cambiamento. Vede il nuovo; ne è affascinato sognandolo come panacea risolutiva di ogni suo vecchio problema. Tuttavia il nuovo, per lo più sconosciuto, fa paura a lui e a noi ... vederlo avanzare travolgente ed apparentemente privo di cuore; senza anima…

Lo si constata già presente in città nell'annullare l’importanza, il valore dell’altro come non più necessaria fonte di solidarietà per sopravvivere. Lo si vede nascondersi dietro all’ineluttabile atavico fatalismo di sopravvivenza che aiuta ad accettare l’inaccettabile e non lo si vede conciliarsi con il lavoro ora concepito solo come fine a se stesso.

Si accendono così le luminarie di infiniti punti interrogativi ... come sarà ?! Cosa ci aspetta?!

Comunque, non ci si può fermare e tanto meno tornare in dietro ... Ma possiamo ancora plasmarlo noi!

Torna la speranza ed ora che abbiamo ancora la forza ... carica !!!

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