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La fioca luce illumina, da una lampada a petrolio, il piccolo tavolino sul quale vi è un unico piatto con i pezzetti di carne di capra bollita. Intorno, sotto alle stelle, una panca e cinque sgabellini tradizionali sui quali trovano posto gli ospiti e gli anziani più carismatici. Gli altri siedono a terra, poco lontano, nel buio. Il vociare femminile indica la presenza delle donne-cuoche all’interno della vicina capanna-cucina. Qualche muggito giunge dalla seconda capanna, quella che accoglie di notte la mandria dei vitellini da latte. Ancora, poco lontano nel boma, che è il recinto che protegge le bestie, si sente il muoversi degli animali adulti. Tre o quattro cani, anch’essi resi pelle ed ossa, si aggirano aspettando improbabili bocconi ed abbaiano di tanto in tanto alla iena che sembra voler partecipare al banchetto. Gli uomini, servendosi con le mani dall’unico piatto, parlavano, parlavano soffermandosi tra un boccone e l’altro, quasi a rendere più lungo il rito. Parlava uno alla volta, rompendo da solo l’interessato silenzio degli altri. L'intercalare di una semplice litania del gruppo, al termine di ogni frase che veniva pronunciata dall’oratore, era la prova dell’attento ascoltare. Talvolta una corale risata sottolineava la contenuta ironia dell'oratore.
Due ragazzini portarono l’acqua per lavare le punta delle dita prima e dopo la cena. Cosi anche l’acqua da bere veniva offerta, come l’oggetto più prezioso, da ragazzine vezzose come lo può essere ogni bambina di questo mondo sentendosi importanti nel loro ruolo pubblico di damigella.

Il sindaco, l'anziano responsabile del gruppo, era raggiante, euforico seppure sempre attento al ruolo connesso alla sua autorità. Felice di potere fare gli onori di casa e di mostrare alla sua gente come quella sera fossero presenti così tanti ospiti interessati alla vita della comunità di Amballo. Continuava a ripetere: “sembra di essere in città” e la sua fantasia si perdeva in progetti e sogni che, se si avvereranno, non potranno essere realtà prima di qualche anno.
“Abbiamo ben due macchine ed un camion che trascorreranno qui la notte … “ Si trattava delle nostre due auto che hanno reso in loco il normale servizio della clinica mobile e del cinema itinerante Il camion era l'autocisterna governativa, quella che abbiamo casualmente incontrato e convinto, pagando, a deviare e a fare due viaggi di 210 Km l’uno. E’ andata durante la notte fino ai pozzi di Walda per trasportare qui un complessivo di 14.000 litri di acqua potabile. Nel raggio di 80 – 100 Km, non vi sono altri pozzi e le raccolte dell’acqua piovana sono già tutte prosciugate da tempo.

Convocati gli anziani, il sindaco ha impartito le sue disposizioni. Ogni famiglia avrebbe potuto attingere non più di 20 litri al giorno di quell’acqua e per esclusivo uso potabile. Per ogni altra esigenza vige l’obbligo di attingere l’acqua salata del pozzo.
Solo così l’acqua da noi regalata avrebbe potuto bastare per circa un mese; attendendo e sperando l'arrivo delle piogge stagionali.

Oggi si respira l’odore della pioggia …speriamo.