Ci sono momenti nei quali tutto appare essere senza senso e senza rimedio. Momenti nei quali vivi perfino la convinzione che anche a chi scrivi, semplicemente per sfogare la tua disperazione, non interessa la tua situazione e forse neppure avrà il tempo da poterti dedicare per leggerti. Allora tu muori dentro. Mentre questa gente che ti circonda continua a vedere solo in te l'unico aiuto possibile e tu sei consapevole che il loro destino è inevitabile. Allora assapori cosa significa essere dimenticati; che senso può avere la disperazione. Tu puoi lasciare il campo e tornare a casa; loro no. Li aspetta la morte. Allora cerchi di scrivere, di comunicare con maggior forza, vorresti fare qualcosa … e sai che in pochi ti potranno comprendere. Troppe le differenze tra questi due mondi a rendere vuota qualsiasi storia. Basterebbe sintonizzarsi entrambi, noi e loro, sulla stessa frequenza: quella dell’Umanità, per rendersi conto di come siano simili le nostre esigenze e le loro. Uscire dall’egoismo. In fondo, abitiamo lo stesso pianeta. Loro ci rispettano
come fratelli. Portiamogli lo stesso rispetto. Non mentiamo. Restiamo
noi stessi nei loro confronti; così come realmente ci sentiamo
dentro. Loro sanno e capiscono. Temono il nostro giudicare con visione
monolaterale e subiscono i nostri ricatti dati dalla forza del nostro
benessere materiale. Si difendono come possono, con intelligenza e stoica
sopportazione, accondiscendendo a tutto.
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