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Il silenzio in una notte senza luna. Il buio ti avvolge incutendoti un lieve timore, anch’esso soave. Seduto a guardare le stelle, ti senti osservato da presenze sconosciute, ma non le avverti nemiche. Poco vento, quanto basta ad alleviare il soffocante caldo. Una delle tante notti africane descritte in infiniti modi da infiniti narratori. Ognuno con la sua irripetibile e non confrontabile esperienza. Notte africana nella quale sei solo senza sentirti solo. Mi preoccupano e ripenso ai problemi della gente, quasi nel timore che qualcosa possa essermi sfuggito e cerco il modo migliore per essere utile. Loro mi hanno già accolto ed offerto la loro casa, il loro ambiente; mi offrono anche questa loro stupenda notte. Ora tacciono, sanno che cercherò con loro le soluzioni e questi per loro diventano i problemi di domani.

Ora c’è la notte d’assaporare; occorre lasciarsi vivere da lei. La luna piena che sorge da dietro la collina, rispettosa del silenzio, pone le acacie spinose in contro luce e ne proietta l’ombra sul terreno che va sempre più argentadosi, mentre mi lascia assaporare una pace tanto desiderata e mai provata fino ad ora. C’è serenità nell’anima. C’è accettazione che non è rassegnazione. C’è pace nel cuore. Questa notte magica unisce ed accomuna regalando le sicurezze della solidarietà. Sembra dire: "non temere, siamo tutti una sola cosa".

Allora penso al mio mondo, quello così lontano che in momenti come questi sembra divenirlo ancora di piu. Impossibile che quel mondo possa aver perso tutto questo. Incredibile che possa essere talmente impazzito. Il modello di ciò che può fare l'uomo che si crede potente come un dio. In quel mondo ci sono sicuramente persone che vorrebbero essere qui al mio posto. Mi sento vergognosamente un privilegiato. Rivedo tanti volti amici, sento il loro affetto e questa notte africana riesce anche a donarmi l’unione con loro così lontani. Volti, tanti volti mi passano davanti. Si, sono loro che mi consentono di vivere qui nel tentativo di essere utile. Sono loro, con la loro collaborazione, con il loro aiuto, con le loro offerte che mi hanno nominato loro ambasciatore. Questo mio ricordarli non è solo un ringraziamento, è qualcosa di piu’. Grazie a loro sperimento la forza della solidarietà e quella della fiducia reciproca. Così mi sento vivo. Sento di essere vivo. Sento che esiste l’Umanità nei fatti e non solo nella teoria, ed in essa io vivo con tutti coloro che mi hanno mandato e coloro che mi hanno accolto. Mi accorgo di quanto sia grande questo mio privilegio.

Vorrei farne partecipi tutti, anche chi, forse, ha già smesso di leggere queste righe perché il suo mondo lo chiama, lo travolge e deve andare, correre, … gli auguro di riscire a venire e a provare qualcosa di diverso.

 

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