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Studiare a Nairobi. E’ il sogno di ogni giovane di Sololo. Pochissimi vi riescono grazie all'aiuto di parenti che vivono all'estero. Qualcun'altro lo aiutiamo noi. Sarebbe lungo narrare i loro sacrifici e la loro fantasia per riuscire a fare quadrare i conti. Gli studenti, di propria iniziativa ed organizzazione, si dividono in gruppi, tanti quanti sono i gruppi di libri che occorrono per studiare. Ogni gruppo si distribuisce il costo dei libri suddividendosi al suo interno in altri sottogruppi di pochi studenti che si ripartiscono tra loro il costo del singolo libro. Tutti I libri sono messi poi in rotazione tra tutti gli studenti e sono a disposizione di tutti. Questo sistema è talmente diffuso che neppure viene più raccontato. Saltare la cena è la norma e la colazione non esiste. Il pasto, nel tardo pomeriggio, è l’unico della giornata.

I pochi che ce la faranno ed arriveranno al titolo accademico, avranno maturato tanta di quella forza e di quella grinta che sicuramente vorranno costruire la loro nazione in modi ben diversi da chi ora li governa. Questi ultimi, per lo più, si ritrovano nella stanza dei bottoni senza aver fatto molti sacrifici. Hanno ricevuto lo scietro del comando dal colonizzatore che, apparentemente, lasciava la nazione. I futuri governanti, non credo che saranno molto teneri nei nostri confronti. Hanno studiato i fatti del passato; sanno delle ricchezze sotterranee della loro nazione e hanno compreso ben come il sistema consumistico ne abbia vitale bisogno. Sanno, tuttavia, di essere privi della necessaria tecnologia per utilizzare le loro ricchezze. Se prevarrà la ragione, freneranno le loro rivalse e per entrambi, noi e loro, sarà il momento di nuove regole nel rispetto della giustizia. Se prevarrà l’istinto e la forza, nessuno avrà scampo.

Mi sono vergognato dovendo dire agli studenti che non ero riuscito a raccogliere aiuti sufficienti per tutti. Loro ben conoscono le nostre condizioni di vita. Non mi hanno manifestato risentimento. Delusione si, di quella tanta; espressa in lunghi ed eloquenti silenzi. Mi hanno ringraziato per i miei sforzi nel tentare di raccontare a voi di loro… e… cercavano di consolarmi spiegandomi che avrebbero mangiato meno e studiato di più. Nella mia mente passava l’idea che a parlarmi così avrebbe potuto essere mio figlio, anche lui universitario … a Perugia. Io non so cosa altro fare e cosa altro posso fare. Vorrei tanto non doverle vivere esperienze come queste.


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