Vedi, ogni volta che si fanno
delle scelte, ci sono sempre dei pro ed dei contro.
L'importante è fare la scelta
giusta. Per quanto mi riguarda, i miei metri di misura sono l'egoismo
o l'altruismo.
Credo che se, nel fare una scelta, si considera prioritario porre gli
interessi di qualcuno davanti ai propri, non si sbaglia mai e, di conseguenza,
si possano anche accettare, come naturali tra i doveri del ruolo che
si occupa, anche gli eventuali rischi che ne derivano. Rischi, però,
che debbono sempre essere ben calcolati.
Calcolato, significa che il rischio non deve essere il risultato
di comportamenti incoscienti, bensì il possibile incidente
che sempre può avvenire, nonostante le precauzioni preventive
prese prima.
Questa è la logica che applico sempre, a prescindere dal contesto
ove sono.
Non vorrei essere frainteso; cerco di spiegarmi meglio.
Se scelgo di restare nel primo mondo per altruismo,
ossia a favore di chi ha bisogno di me, questa scelta è sacrosanta.
Anche se, oltre ai sacrifici e alle rinunce, mi fa comodo ritrovarmi
la sera con le pantofole al caldo. Se restassi nel primo mondo, esclusivamente
per le pantofole ed il caldo, la conclusione diverrebbe esattamente
l’opposta.
Così avviene anche se gli impegni presi prima, da rispettarsi
come prioritari, consentano di servire gli ultimi degli ultimi accettando
di partire. Questo tipo di scelta regala, al posto delle pantofole,
oltre ai sacrifici e alle rinunce, meravigliosi paesaggi e splendide
emozioni.
Come vedi entrambe le scelte,
se fatte a favore di altri, risultano sagge e non possono che farti
sentire sempre vivo; vitale e non semplicemente un vegetale che sopravvive.