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Certo che potremmo proprio aver sbagliato noi, classe‘46, esagerando nel porci tutte quelle domande esistenziali.
Ciò che ci ha resi tormentati non è stato il porci le domande e neppure la ricerca delle risposte bensì sono state le domande stesse.
Comunque sia, la ricerca delle risposte è stato ciò che mi ha consentito di vivere e di riempire tanti vuoti.
Pertanto non mi pento dell’eventuale errore commesso;
So che esiste gente che in modo convinto dice al cerebroleso: beato te che non capisci.
Se si è capaci di fermarsi a riflettere, ci si accorge dell’esistenza interiore di queste domande esistenziali ... ancora oggi
ci si rende conto che arrivano da dentro, dalla nostra stessa natura; come se fossero scritte nei nostri geni.
ci si accorge che esiste in noi una tensione che ci spinge alla ricerca delle risposte e
che genera la sensazione che solo trovandole ci si possa poi sentire appagati, completati, realizzati.
Ci si rende conto di tutto ciò, solo se si ha il tempo e la voglia di prestare attenzione al richiamo interiore;
poi di agire di conseguenza in coerenza, costi quel che costi.
Non so se una certa quota di persone nella nostra realtà di vita, si renda conto o no;
se è orba o no; ma certo è che a vederli e a parlarci sembrerebbe proprio di si.
Sanno fermarsi ad ascoltarsi? Possono farlo, stante il superficiale e frenetico mondo che li circonda?
Chiudere occhi ed orecchie a tutto ciò, non è forse un meccanismo di difesa come la fuga?
Assecondare questa fuga è una trappola ben orchestrata per arretire e massificare, rendendo più semplice l’addomesticamento e la gestione di una massa da sfruttare?
Certo che tutto può essere letto da diverse angolazioni e così ogni cosa può essere una cosa o esattamente la cosa contraria.
Il soggettivo non può cogliere da solo l’oggettivo, a meno che non sia l’oggettivo stesso a rivelarsi adattando la comunicazione a misura della soggettività alla quale si rivolge …
Così si può affermare che fare il volontario è una forma di egoismo, non solo per appagare delle insicurezze
ma anche per drogarsi provando quella sensazione, unica ed indescrivibile, di pienezza
che conosce solo chi opera nel disinteresse personale
Queste oggettive constatazioni mi portano a credere che tutte le nature umane siano uguali.
Nascono e vivono per uno scopo ed hanno il compito di cercarlo e di tentare di raggiungerlo per sentirsi appagate … tutto scritto nei geni, nella natura umana
All'Uomo resta la libertà di ascoltare la chiamata e vivere
o quella di chiudere i sensi e fuggire vivendo in superficie, vegetando lasciandosi trascinare dall'onda della massificazione …
Da queste scelte ecco derivare le responsabilità individuali.
 
Il mio pensiero non resta quindi solo teorico ma diviene il mio vissuto concreto; la mia vita.
Contro il logorio della vita moderna ... poche idee ma ben confuse … amen
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