penso
agli spazi infiniti africani ... |
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mi
accorgo quanto sia vuoto e ridicolo questo nostro mondo, |
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non
il loro. |
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Interminabili
colonne d'auto ferme per onorare il rito della fine della settimana |
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che
deve essere trascorsa nell'ameno luogo di riposo: |
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la
discoteca alla moda; la spiaggia affollata; la montagna ove si è
in tanti a sciare; ... |
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senza
rendersi conti che si rimane sempre soli in mezzo a tanti altri sconosciuti
altrettanto soli |
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e così ... ci si giustifica anche della fuga compiuta da se stessi |
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Non
si trova più il coraggio della solitudine e del poter parlare soli
con se stessi. |
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E'
questo il progresso? E' questo il ben'essere? |
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Questo
tutt’al più è il ben'avere |
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e
che questo sia in grado di dare la felicità a ognuno, è
proprio tutto da dimostrare. |
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Ci
condiziona e ci schiavizza. |
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In
parte possiamo vincerlo facendo noi le nostre scelte, |
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ma
in tante altri casi siamo costretti ad accettare (mai subire) quelle di
altri. |
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Accettare
è avere la consapevolezza e, sapendo dell'impotenza, riuscire a
fare buon viso a cattiva sorte con soluzioni alternative |
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Alla
fine della settimana resto a casa o vado a pormi in coda con l’auto
per raggiungere il luogo di riposo? |
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Qualunque
delle due soluzioni decido di accettare, lo farò giocando; |
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senza
diventare insofferente e nevrastenico., |
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In
questo modo si farebbe solo il gioco del nemico |
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si
diventerebbe componente e si alimenterebbe il nevrotico sistema che non
vorremmo ma che ci viene imposto. |
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Per
non parlare dell'ulcera e dei rapporti interpersonali che divengono sempre
più precari |
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non
prendertela con chi (dentro o fuori la macchina) è vittima come
te. |
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Cercate
insieme la soluzione |
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e
non semplicemente di chi sia la responsabilità di avere scelto
la destinazione dimostratasi poi la meno felice. |
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